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Il volgo commosso Ripensa, si calma, Capisce che il ricco Può aver nobil alma: Insegna a' suoi figli, Che pace e lavor Del povero sono Salute e decor.

Alma gentile che gi

Io gli dirò che la vita è lavoro, Gli dirò che la pace è nel perdono; Di tutto ciò che è giusto e grande e buono Farò nella sua mite alma un tesoro. La forza di pensier che Dio m’ha data Tutta trasfonderò ne la sua mente; Presso a lui sfiorir

Sul varco eterni messaggieri in mano Avean spada ed ardor; gran meraviglia, Per ciascun piede indi tener lontano; Ma verso lor MAURIZIO a parlar piglia: Non è s'io volo, il mio volare in vano, E caduco pensier non mi consiglia, Anzi vien procacciando il voler mio Alto pregio a la legge alma di Dio.

O quanto deve olgarse todo el mondo! que con tanto amor, aora ultimamente, y entera an firmado ambos y fortificado los fondamentos de la eterna paz; que no solo seran siempre unidos mas tomas una vida y una alma: porque, al fin de todo, su unidad es asimismo de todo el mondo y de nuestra santa .

Della chiesuola de' prigioni uscito, Io ritornava entro mia mesta cella Col sen da mille affetti intenerito, Con fantasia più generosa e bella: L'ineffabil poter del santo rito Avermi parea dato alma novella: Ed intero quel lieto sciogliea Di David gl'inni, ed inni altri tessea.

Gli umil disiri sdegna quell'alma sopra ogni alma altera. Non per fior giovenil, non per tesoro apron le sante Dive il santo monte. per fior giovenil, per tesoro dee la mia Diva altrui largare il petto. Caro a Talia di Mopso è il dolce canto pien d'alti spirti e di gentili ardori. Or non ha 'l Po di più soavi note? Di più gentil, di più leggiadri spirti?

Quinci è che quale ha in terra alma più rara, infiammata dal sol, ch'in te riluce, più lieta a te rivolge ogni pensero. Ed io, poi che tua fiamma in me traluce, forse più ch'in altri soave e chiara, e porto 'l cor d'eterna gloria altero. Dello stesso

Ah? che sarem soverchiamente ardite. se a risco mortal fien rimirate Da' nostri cavalier le nostre vite, Fia di sdegno maggior loro alma accesa, più feroce ne la ria contesa. Anzi pietate, ed amorosa cura, Che suoi cari oblïar non mai sofferse, Ammolliran per la crudel ventura L'anime fiere, a noi mirar converse.

E cantovi di questa nostra ria prigion che «vita» nominar non oso, le frode di essa, il volgo, la pazzia; e di quel Re, che 'n un presepio ascoso vidi fra le duo bestie a gran bisogna, ver' se stesso crudel, ver' noi pietoso, che svelse il mundo tutto di menzogna con sua dottrina colma di quel foco, ch'arde dolce in alma che non sogna.