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E se degnando alle lor brame aprirti, Ottenesti da Dio che in premio a fede S'annoverasser fra i più eccelsi Spirti. Infelice quel torbo occhio che vede Ne' culti, nostri amanti e generosi Frode o stoltezza, e accorto indi si crede! Alma beata, impetra che siam osi D'amarti e benedirti infra gli scherni Degl'intelletti freddi e burbanzosi.

Troppo i figli addolcir prolungata Indulgenza di madre potrìa; Ne' lor cuori animosa energìa Ogni padre è chiamato a nodrir. Della madre il söave sembiante Il bambino con gioia mirando Brameria riprodurre quel blando Elegante sentir femminil. Ed insiem nel mirar si compiace Più severi del padre gli sguardi; In brama gli spirti gagliardi Che più bella fan l'indol viril.

«Re del ciel che noi madri volesti Di que' giovani spirti diletti, Nel dolore li abbiam benedetti Pria che i cigli schiudessero al ; Nel dolore li abbiamo allattati, Custoditi li abbiam nel dolore: Ah, per essi t'offriamo, o Signore, Tutto ciò che nostr'alma patì! Il tuo spirto divino discenda In que' teneri ingegni inesperti: Li fortifichi, li alzi, li accerti Della Croce per l'arduo cammin.

23 Se i nomi e i gesti di ciascun vo' dirti (dicea l'incantatrice a Bradamante), di questi ch'or per gl'incantati spirti, prima che nati sien, ci sono avante, non so veder quando abbia da espedirti; che non basta una notte a cose tante: ch'io te ne verrò scegliendo alcuno, secondo il tempo, e che sar

P orgon l'udita e sentono che Gloria I n excelsis dicean i bianchi spirti; E d avvisati dove 'l Salvatore N asciuto giace, , con allegrezza T osto da noi partiti, s'avventaro I n quella banda che fu lor mostrata. S ol io ritratto in parte for de gli altri S edevami pensar tal novitade, I n fin che, ritornati, cose orrende, M ai non udite piú, d'un fanciullino A noi contaron di stupor insani.

Bastar ti deve il tuo, lascia 'l sol mio, che 'nfiamme i spirti e sopra l'innalzi, come 'l tuo nutre i corpi, l'erbe, i fonti. Ma 'l mio perché piú bello, in tal desio rancor ti sferza, che ne trai de' calzi, e 'n su le cime tue vòi ch'egli monti. «Rivalem possum non ego ferre Iovem». PROP.

«O gente in cui fervore aguto adesso ricompie forse negligenza e indugio da voi per tepidezza in ben far messo, questi che vive, e certo i’ non vi bugio, vuole andar , pur che ’l sol ne riluca; però ne dite ond’ è presso il pertugio». Parole furon queste del mio duca; e un di quelli spirti disse: «Vieni di retro a noi, e troverai la buca.

Queste parole, ch'ella ha dette, sono de' libri suoi moderni, che l'han guasta; insegnamenti che le han dati in dono gli spirti forti di novella pasta. Ugualmente a' conventi è il secol buono, ma la rete oggi in quello è troppo vasta. La rabbia, ch'ella or prova, e la vergogna son frutti del suo secolo carogna.

La bufera infernal, che mai non resta, mena li spirti con la sua rapina; voltando e percotendo li molesta. Quando giungon davanti a la ruina, quivi le strida, il compianto, il lamento; bestemmian quivi la virtu` divina. Intesi ch'a cosi` fatto tormento enno dannati i peccator carnali, che la ragion sommettono al talento.

La pace, la letizia, a la sublime schiera de le virtù sacre, ch'a noi spariro al partir vostro, ora con voi riedono, e fan contesa al tornar prime le Muse a celebrarvi in versi e in rime; destano i chiari spirti, ond'or s'ergano i mirti, e i lauri spargon l'onorate cime, e prima de l'usato il mondo infiora, e l'aria empie d'odor Favonio e Flora.