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62 Così la moglie ancor de l'Orco priega il re che se ne vada, ma non giova; che d'andar mai senza Lucina niega, e sempre più costante si ritruova. In questa servitude, in che lo lega Pietate e Amor, stette con lunga pruova tanto, ch'a capitar venne a quel sasso il figlio d'Agricane e 'l re Gradasso.

Ma s'io fosse fuggito inver' la Mira, quando fu' sovragiunto ad Oriaco, ancor sarei di la` dove si spira. Corsi al palude, e le cannucce e 'l braco m'impigliar si` ch'i' caddi; e li` vid'io de le mie vene farsi in terra laco>>. Poi disse un altro: <<Deh, se quel disio si compia che ti tragge a l'alto monte, con buona pietate aiuta il mio!

Rabbuffato le chiome, il sguardo mesto, D'orrida pallidezza afflitto il volto, Ed il busto di piaghe atro e funesto, E di sangue e d'orror tutto era involto; E le diceva: il tuo consorte è questo: Io così sotto il ciel giaccio insepolto Esposto a saziar belve affamate, S'aiuto non mi vien da tua pietate. Ottoman stesso ingiurioso ed empio, M'uccise.

Lo giorno se n'andava, e l'aere bruno toglieva li animai che sono in terra da le fatiche loro; e io sol uno m'apparecchiava a sostener la guerra si` del cammino e si` de la pietate, che ritrarra` la mente che non erra. O muse, o alto ingegno, or m'aiutate; o mente che scrivesti cio` ch'io vidi, qui si parra` la tua nobilitate.

Questa dunque d'Amor fia la pietate, Ove han da consolarsi i miei dolori? Specchiarmi in queste membra insanguinate, E vederle coprir d'atri pallori? O dolcissima fronte, o ciglia amate, Son pervenuti a fin vostri splendori? Non fia, che 'l vostro lume io più rimiri? Qual mio fallo mi d

E non sol me vi cerco: alla memoria Del me passato aggiugnesi indivisa Di palpiti d'amor söave istoria, Quando un'egregia m'infiammava in guisa, Ch'io per lei sola ambìa pietate e gloria, Ch'io sempre in lei tenea l'anima fisa, Che d'un sorriso suo per farmi degno, Sempre agognava ingentilir lo ingegno!

Ah? che sarem soverchiamente ardite. se a risco mortal fien rimirate Da' nostri cavalier le nostre vite, Fia di sdegno maggior loro alma accesa, più feroce ne la ria contesa. Anzi pietate, ed amorosa cura, Che suoi cari oblïar non mai sofferse, Ammolliran per la crudel ventura L'anime fiere, a noi mirar converse.

In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s’aduna quantunque in creatura è di bontate. Or questi, che da l’infima lacuna de l’universo infin qui ha vedute le vite spiritali ad una ad una, supplica a te, per grazia, di virtute tanto, che possa con li occhi levarsi più alto verso l’ultima salute.

Lo giorno se n’andava, e l’aere bruno toglieva li animai che sono in terra da le fatiche loro; e io sol uno m’apparecchiava a sostener la guerra del cammino e de la pietate, che ritrarr

Lunge sul pian da lo spallon reciso, Come da fonte, il sangue atro discende; Crollasi Alfange, e vien di neve in viso, Al fin spossato in sul terren si stende. Dardagan, che lo sguardo in lui tien fiso, Di sdegno il petto e di pietate accende, E corre a lui, ne' cui sembianti mira Che l'alma giovinetta ancor non spira.