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71 Quel tuttavia più va perdendo il sangue; manca la forza, e ancor par che nol senta: il vigoroso cor che nulla langue, val , che 'l debol corpo ne sostenta. La donna sua, per timor fatta esangue, intanto a Doralice s'appresenta, e la priega e la supplica per Dio, che partir voglia il fiero assalto e rio.

Ed elli a me: «Vedrai quando saranno più presso a noi; e tu allor li priega per quello amor che i mena, ed ei verranno». tosto come il vento a noi li piega, mossi la voce: «O anime affannate, venite a noi parlar, s’altri nol niega!». Quali colombe dal disio chiamate con l’ali alzate e ferme al dolce nido vegnon per l’aere, dal voler portate;

Ed elli a me: <<Vedrai quando saranno piu` presso a noi; e tu allor li priega per quello amor che i mena, ed ei verranno>>. Si` tosto come il vento a noi li piega, mossi la voce: <<O anime affannate, venite a noi parlar, s'altri nol niega!>>. Quali colombe dal disio chiamate con l'ali alzate e ferme al dolce nido vegnon per l'aere dal voler portate;

58 Finito ch'ebbe la lodevol opra, tornava a rimontar sul suo destriero; ed ecco Mandricardo arrivar sopra, che visto il pin di quelle spoglie altiero, lo priega che la cosa gli discuopra: e quel gli narra, come ha inteso, il vero. Allora il re pagan lieto non bada, che viene al pino, e ne leva la spada,

Ed elli a me: «Vedrai quando saranno più presso a noi; e tu allor li priega per quello amor che i mena, ed ei verranno». tosto come il vento a noi li piega, mossi la voce: «O anime affannate, venite a noi parlar, s’altri nol niega!». Quali colombe dal disio chiamate con l’ali alzate e ferme al dolce nido vegnon per l’aere, dal voler portate;

9 gente infinita poi di minor conto, de' Franchi, de' Tedeschi e de' Lombardi, presente il suo signor, ciascuno pronto a farsi riputar fra i più gagliardi. Di questo altrove io vo' rendervi conto; ch'ad un gran duca è forza ch'io riguardi, il qual mi grida, e di lontano accenna, e priega ch'io nol lasci ne la penna.

di Marzia tua, che 'n vista ancor ti priega, o santo petto, che per tua la tegni: per lo suo amore adunque a noi ti piega. Lasciane andar per li tuoi sette regni; grazie riportero` di te a lei, se d'esser mentovato la` giu` degni>>. <<Marzia piacque tanto a li occhi miei mentre ch'i' fu' di la`>>, diss'elli allora, <<che quante grazie volse da me, fei.

E, rispondendo alla dimanda di lui, gli mostra quello per che al monte non sale, e il suo aiuto addimanda, e dice: «Or se' tu quel Virgilio e quella fonte, Che spande di parlar largo fiume?». Commendalo qui l'autore dell'amplitudine della sua facundia, quella facendo simigliante ad un fiume. «Rispos'io lui con vergognosa fronte». Vergognossi l'autore d'essere da tanto uomo veduto in miserabile luogo, e dice «con vergognosa fronte», percioché in quella parte del viso prima appariscano i segni del nostro vergognarci; comeché qui si può prendere il tutto per la parte, cioè tutto il viso per la fronte. «O degli altri poeti» latini «onore», percioché per Virgilio è tutto il nome poetico onorato, «e lume». Sono state l'opere di Virgilio a' poeti, che appresso di lui sono stati, un esempio, il quale ha dirizzate le loro invenzioni a laudevole fine, come la luce dirizza i passi nostri in quella parte dove d'andare intendiamo. «Vagliami il lungo studio e il grande amore». Poi che l'autore ha poste le laude di Virgilio, accioché per quelle il muova al suo bisogno, ora il priega per li meriti di se medesimo, per li quali estima Virgilio come obbligatogli il debba aiutare, e dice: «Vagliami», a questo bisogno, «il lungo studio». Vuol mostrare d'avere l'opera di Virgilio studiata, non discorrendo, ma con diligenza. «E 'l grande amore». E per questo intende mostrare un atto caritativo, che fatto gli ha studiare il libro di Virgilio, e non, come molti fanno, averlo studiato per trovarvi che potere mordere e biasimare. «Che m'ha fatto cercare il tuo volume», l'Eneida.

31 Ma più del re, ma più d'ognun ch'invano spenda a placare il Tartaro parole, la bella figlia del re Stordilano supplice il priega, e si lamenta e duole: lo prega che consenta al re africano e voglia quel che tutto il campo vuole; si lamenta e si duol che per lui sia timida sempre e piena d'angonia.

Perciò ricominciò: «Se l’om ti faccia liberamente ciò che ’l tuo dir priega, spirito incarcerato, ancor ti piaccia di dirne come l’anima si lega in questi nocchi; e dinne, se tu puoi, s’alcuna mai di tai membra si spiega». Allor soffiò il tronco forte, e poi si convertì quel vento in cotal voce: «Brievemente sar