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Perchè formossi, e co' più fier sembianti, E pur con guancie di rossor cosparte, Rispose Alfange: io ti consento i vanti Perchè la patria te ne insegna l'arte; Ma pensa tu, che da' leggiadri amanti Or periglio mortal tienti in disparte, procuri tra pompe i tuoi diletti Col porre in corso, e col frenar ginnetti.

Reggeva Alfange de le genti armate In quei paesi a suo volere il freno, Alfange, a cui ciascun d'alta beltate Negò trovarsi paragon terreno; L'alme sembianze, e da ciascun lodate, Appena viste io pur lodai non meno, Ed a la vita mia d'aspro tormento Ciò fu cagion, ma non però men pento.

Qual move a' gioghi d'Apennino intorno, O sul Taburno il più guerrier de' tori, Che sembra i venti minacciar col corno, Ch'aure nei piedi, e c'ha negli occhi ardori, Tal sotto l'elmo di gran piume adorno, E del dorato scudo intra i fulgori Ei move. Alfange, che venir lo scerne, Sente alquanto gelar sue furie interne.

Di questo canto nulla si ha nell'Amedeide minore; e niente che ad esso si riferisca, trovo nelle osservazioni critiche del Cav. d'Urfé. Gli argomenti del Poeta ai canti III e IV sono i seguenti. «Nel III il Vescovo fa preghiere a Dio per lo scampo di Rodi; i Turchi danno assalto: della lingua francese è malamente ferito Enrico lor duce; Fernando duce degli Spagnoli (sic) amazza Alfange Bass

«Nel XVIII si raccontano gli amori di Panta e di Alfange; e di Dardagano e di BereniceQuesto è l'argomento postovi dal Poeta. Le censure del Cavaliere d'Urfè sovra questo canto sono due.

Di nove torri a meraviglia altiere Afforzasi di Rodi il muro antico; Tre col valor de l'assegnate schiere Incontra Alcasto ne difende Enrico; E sovra tre Fernando alza bandiere, Che l'intrepido Alfange avr

Lunge sul pian da lo spallon reciso, Come da fonte, il sangue atro discende; Crollasi Alfange, e vien di neve in viso, Al fin spossato in sul terren si stende. Dardagan, che lo sguardo in lui tien fiso, Di sdegno il petto e di pietate accende, E corre a lui, ne' cui sembianti mira Che l'alma giovinetta ancor non spira.

St. 66: «De plus en ce combat il fait qu'un amy d'Alfange luy parla fort long tems et en presance de Fernande; et que peut on panser qu'un ennemi fasse, dans la chaleur d'un combat, ou l'un et l'autre s'estoit blesséMa nell'Amedeide, com'è stampata, non è detto che Fernando fosse presente alle parole che Dardagnano dice ad Alfange; le quali si stendono per soli qualtro versi, che non durano certamente fort long tems.

Racconta a Dardagan Panta ferita, Che per Alfange vendicar ne muore. Egli della donzella a se gradita Sente novella; dove il guida amore Corre a cercarla, e quella trova in vita. A lui promette Berenice il core, Se dona morte al sommo Duce Ispano; Ed egli tosto il fa cadere al piano.

Ma lungamente contrastar non basta, E fuor sen va dall'occupate mura. Scotea Fernando la terribile asta, E dietro gli gridava: aurea armatura, Alfange, intorno ti vegg'io, ma parmi Che di guerrier non abbia altro che l'armi. Ove ten fuggi? hai le piante alate? Ferma alquanto a mirar come s'onori Spagna nel risco de le schiere armate; Ma che? più volte ve l'han detto i Mori.