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Alfredo credeva infatti che Zaira dormisse su quel verde naturale tappeto, mentre invece non era che lievemente assopita. Perciò eccolo poco stante a recitare la famosa apostrofe all'amore, del maestro di poesia, Ariosto Ingiustissimo amor, perchè sì raro Corrispondenti fai nostri disiri?
Simile qui con simile è sepolto, e i monimenti son più e men caldi». E poi ch’a la man destra si fu vòlto, passammo tra i martìri e li alti spaldi. Inferno · Canto X Ora sen va per un secreto calle, tra ’l muro de la terra e li martìri, lo mio maestro, e io dopo le spalle. «O virtù somma, che per li empi giri mi volvi», cominciai, «com’ a te piace, parlami, e sodisfammi a’ miei disiri.
Come balestro frange, quando scocca da troppa tesa la sua corda e l'arco, e con men foga l'asta il segno tocca, si` scoppia' io sottesso grave carco, fuori sgorgando lagrime e sospiri, e la voce allento` per lo suo varco. Ond'ella a me: <<Per entro i mie' disiri, che ti menavano ad amar lo bene di la` dal qual non e` a che s'aspiri,
Secondo che ci affliggono i disiri e li altri affetti, l’ombra si figura; e quest’ è la cagion di che tu miri». E gi
L’altra dubitazion che ti commove ha men velen, però che sua malizia non ti poria menar da me altrove. Parere ingiusta la nostra giustizia ne li occhi d’i mortali, è argomento di fede e non d’eretica nequizia. Ma perché puote vostro accorgimento ben penetrare a questa veritate, come disiri, ti farò contento.
Quando rispuosi, cominciai: «Oh lasso, quanti dolci pensier, quanto disio menò costoro al doloroso passo!». Poi mi rivolsi a loro e parla’ io, e cominciai: «Francesca, i tuoi martìri a lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo d’i dolci sospiri, a che e come concedette amore che conosceste i dubbiosi disiri?».
S'io son d'udir le tue parole degno, dimmi se vien d'inferno, e di qual chiostra>>. <<Per tutt'i cerchi del dolente regno>>, rispuose lui, <<son io di qua venuto; virtu` del ciel mi mosse, e con lei vegno. Non per far, ma per non fare ho perduto a veder l'alto Sol che tu disiri e che fu tardi per me conosciuto.
D. Gran danno a lei, ch'un sì gentile spirto non le sia in tempo alcun stato soggetto: a te, che del suo chiaro e vivo lume ancor non t'hai sentita l'alma accesa. T. Nova querela, udir ch'altri si doglia ch'altri non arda del medesmo foco. D. Da diverse cagion diversi effetti nascon, mio TIRSE, e altramente s'ama cosa pura mortale, altri disiri son quei che movon da cose divine.
S'io son d'udir le tue parole degno, dimmi se vien d'inferno, e di qual chiostra>>. <<Per tutt'i cerchi del dolente regno>>, rispuose lui, <<son io di qua venuto; virtu` del ciel mi mosse, e con lei vegno. Non per far, ma per non fare ho perduto a veder l'alto Sol che tu disiri e che fu tardi per me conosciuto.
Disser: <<Fa che le viste non risparmi; posto t'avem dinanzi a li smeraldi ond'Amor gia` ti trasse le sue armi>>. Mille disiri piu` che fiamma caldi strinsermi li occhi a li occhi rilucenti, che pur sopra 'l grifone stavan saldi. Come in lo specchio il sol, non altrimenti la doppia fiera dentro vi raggiava, or con altri, or con altri reggimenti.
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