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Talamone, nel tempo della visita dei Mille, aveva un povero forte, poveramente armato, comandato da un ufficiale e da pochi veterani. I Mille avrebbero trovato cosa facile impadronirsene, anche scalandolo. Ma non sembrò conveniente, perchè si sarebbe fatto del chiasso, e poi non s'era certi di trovare in quel sito quanto abbisognava, mentre nel vicino S. Stefano, ove esisteva altro forte ed un battaglione di bersaglieri, v'erano più probabilit

Una grande ragione v'era che Garibaldi in quel momento non capiva. Dopo otto giorni, combinati accordi con altri patrioti, Garibaldi sempre guidato da Don Giovanni, prese l'Appennino, giunse a Palazzuolo, e per Pietramala, le Filigare e Prato potè arrivare a Talamone.

Taluni credevano che andasse nel territorio allora pontificio; altri in Calabria; pochi ancora si persuadevano che l’impresa era destinata per la Sicilia. Quando fu saputo che Garibaldi il 7 maggio era stato a Talamone, che si era provveduto di munizioni e n’era partito, la mente degli uomini di Stato vagò in mille fantasie.

«Oh, questa è a udir cosa nuova», rispuose, «che gran segno è che Dio t’ami; però col priego tuo talor mi giova. E cheggioti, per quel che tu più brami, se mai calchi la terra di Toscana, che a’ miei propinqui tu ben mi rinfami. Tu li vedrai tra quella gente vana che spera in Talamone, e perderagli più di speranza ch’a trovar la Diana; ma più vi perderanno li ammiragli». Purgatorio · Canto XIV

Da Talamone, comandati dal colonnello Zambianchi, si staccarono una sessantina di giovani per sollevare le popolazioni soggette al papato, e coll'oggetto di distrarre i nemici e cagionare una diversione. Tale spedizione, benchè poco fortunata, non mancò di confondere i governi Italiani sulle reali intenzioni dello sbarco dei Mille . Il governo però non mancò di punirlo per la sua condiscendenza.

«Oh, questa è a udir cosa nuova», rispuose, «che gran segno è che Dio t’ami; però col priego tuo talor mi giova. E cheggioti, per quel che tu più brami, se mai calchi la terra di Toscana, che a’ miei propinqui tu ben mi rinfami. Tu li vedrai tra quella gente vana che spera in Talamone, e perderagli più di speranza ch’a trovar la Diana; ma più vi perderanno li ammiragli». Purgatorio · Canto XIV

E cheggioti, per quel che tu piu` brami, se mai calchi la terra di Toscana, che a' miei propinqui tu ben mi rinfami. Tu li vedrai tra quella gente vana che spera in Talamone, e perderagli piu` di speranza ch'a trovar la Diana; ma piu` vi perderanno li ammiragli>>. Purgatorio: Canto XIV

In proposito di codesti giovani, che poi non si vollero considerare come facienti parte dei Mille, il generale Garibaldi, in data 25 maggio 1869, scriveva una lettera la quale conteneva la seguente dichiarazione. «Fu per ordine mio che la spedizione Zambianchi in Talamone si staccò dal corpo principale dei Mille per ingannare i nemici sulla vera destinazione di detto corpo.

Nella mattina del 6 maggio Talamone fu salutato dai rappresentanti delle cento Sorelle, e lo ricorderò quel giorno! Rappresentanti delle cento sorelle, ! Ma non rappresentanti del genere dei 229 che in quella stessa epoca vendevano la più bella delle gemme italiane, Nizza! Oggi coronata di fiori e stuprata negli abbracciamenti del più vile dei tiranni! Non rappresentanti di quella turpe genía che provvede i consorti e cointeressati, ma rappresentanti della dignit

Talamone, uno dei più bei porti della costa Tirrena, è situato tra il monte Argentaro e l'isola d'Elba, coronato di belle colline coperte di macchie, cioè deserte.