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«Se non siete un vile, se vi sta a cuore l'onor vostro e quello della vostra famiglia, oggi alle due dovete recarvi in persona a fare una visita al vostro amico, il marchese Giacomo di Vharè. Chi ve ne consiglia, sappiatelo, è la Giustizia di Dio

Aveva preso questa decisione dopo un esame maturo e prudente, ed ora bastò quello scritto, bastò la tema di venir creduto vile, per fargli mutare pensiero. Non avr

Può rendervi men degna dell'affetto, della stima dei buoni, della stima di voi stessa?... Vile chi l'ha pensato!... E se l'ho pensato io, mille volte più vile degli altri!... Ma io non l'ho pensato, io ho ceduto ad un impeto di gelosia, perchè vi amavo, perchè vi amo. Per carit

«Quid non longa dies, quid non consumitis anniMART. In quelle parti, ove di poggio in valle, di valle in poggio va scherzando aprile, madonna or giace e in atto signorile sovente in l'erbe pon su' fior le spalle. Zefiro intorno baldamente válle spirando in quella faccia, in quel gentile sino d'avorio schietto, e chiama vile di Borea l'Orizia e biasmo dálle.

Colle gradassate volevano vendicarsi dell'aver ripetutamente mostrato le suole delle scarpe ai garibaldini, e gli è proprio vero che il vile fa sempre maggior baccano dell'eroe, modesto perchè consapevole delle difficolt

Ma il suo risanamento non piacque al marito della gentil medichessa; il volto del biondo trovatore fu orridamente sfregiato, e insieme con la bellezza andò la fortuna. Il paggio infedele di Ugo, diventato un vile borsiere, morì di mala morte, dopo aver trascinata una lunga ed ignominiosa vita, non di castello in castello, ma di tugurio in tugurio.

Ora il padrone vorria impedir che questo non seguisse. E, per esser chi egli è ed ella vile, vorria poterla avere a posta sua. A che bisognerebbe che mutasse l'animo, prima, in disamar chi ella ama; e poi si fesse tal che grande odio rivolgesse in amore; e poi la madre, ch'è la piú saggia donna, intera e santa di questa terra, consentisse a questo: il che non potria far, penso, un reame.

E vedi anco , col forzieri, el facchino; el quale si pensa portare preziosa mercanzia e non sa che ella è la piú vile che in questa terra sia. Nessuno vuol le veste? no? Addio, dunque, spettatori. Andrò a congiungere il castron con la troia. Restate in pace. MERETRICE, FESSENIO, FACCHINO, SBIRRI di dogana, CALANDRO. MERETRICE. Eccomi, Fessenio. Andianne.

Però anzi che punto si dileguasse la sua fermezza, o gli annebbiasse debole tristizia il volto, con generoso ripiglio così mordea il nemico. Uomo dispietato e vile: a che insegni la tua malvagia crudelt

Reggetevi con maturo consiglio: bisogna dar fine all'ostinazione; e nelle cose impossibili far buon cuore e abbandonar l'impresa, e prender una risoluzione tanto onorata quanto necessaria. DON FLAMINIO. Panimbolo, se sei cosí di vile animo, non avilir e spaventar l'animo mio: se pensi rimovermi da bella impresa, ammazzami prima.