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Aggiornato: 11 giugno 2025


Del voler ti cinsi i fianchi il della battaglia e l'ira t'armai di solitudine sdegnosa contro il volgo dei mali. Io nelle gare de' vili il core ti sostenni e stetti fiera in disparte a ritemprar la forza dei sacri sdegni. In altro scudo io penso non brami d'esser collocato il giorno che, nudo in terra, ma la fronte al cielo cadrai.

Quant'esser convenia da se' lucente quel ch'era dentro al sol dov'io entra'mi, non per color, ma per lume parvente! Perch'io lo 'ngegno e l'arte e l'uso chiami, si` nol direi che mai s'imaginasse; ma creder puossi e di veder si brami. E se le fantasie nostre son basse a tanta altezza, non e` maraviglia; che' sopra 'l sol non fu occhio ch'andasse.

Ed escì dall'oratorio. Mentre attraversava il giardino: «Ohimè! dicevasi, bisogna che io pensi a salvarmi per mio figlio.... Ah! non è che brami vivere!... Tante volte desiderai morire!... Devo rammentarmi ciò che dissi a donna Rosalia.... Amori, delirii, tutto passa, tutto finisce.... Dovrei aver riflettuto sulle passioni per gli altri soltanto e non per me.... , mi farò coraggio.... Iddio mi ajuter

«Oh, questa è a udir cosa nuova», rispuose, «che gran segno è che Dio t’ami; però col priego tuo talor mi giova. E cheggioti, per quel che tu più brami, se mai calchi la terra di Toscana, che a’ miei propinqui tu ben mi rinfami. Tu li vedrai tra quella gente vana che spera in Talamone, e perderagli più di speranza ch’a trovar la Diana; ma più vi perderanno li ammiragli». Purgatorio · Canto XIV

106 forte ella nel mar batte la coda, che fa vicino al ciel l'acqua inalzare; tal che non sa se l'ale in aria snoda, o pur se 'l suo destrier nuota nel mare. Gli è spesso che disia trovarsi a proda; che se lo sprazzo in tal modo ha a durare, teme l'ale inaffi all'ippogrifo, che brami invano avere o zucca o schifo.

E cheggioti, per quel che tu piu` brami, se mai calchi la terra di Toscana, che a' miei propinqui tu ben mi rinfami. Tu li vedrai tra quella gente vana che spera in Talamone, e perderagli piu` di speranza ch'a trovar la Diana; ma piu` vi perderanno li ammiragli>>. Purgatorio: Canto XIV

89 Quivi si vede, come il fior dispensi de' suoi primi anni in disciplina ed arte. Fusco gli è appresso, che gli occulti sensi chiari gli espone de l'antiche carte. Questo schivar, questo seguir conviensi, se immortal brami e glorioso farte, par che gli dica: così avea ben finti i gesti lor chi gi

Dammi la mano. CALANDRO. La mano e i piedi. FESSENIO. Parti che i pronti detti gli sdrucciolino di bocca? CALANDRO. Che c'è? FESSENIO. Che, ah? El mondo è tuo; felice sei. CALANDRO. Che mi porti? FESSENIO. Santilla tua ti porto, che piú te ama che tu non ami lei e di esser teco piú brama che tu non brami; perché gli ho detto quanto tu se' liberale, bello e savio. Uh! uh! uh!

quando sarai di la` da le larghe onde, di` a Giovanna mia che per me chiami la` dove a li 'nnocenti si risponde. Non credo che la sua madre piu` m'ami, poscia che trasmuto` le bianche bende, le quai convien che, misera!, ancor brami. Per lei assai di lieve si comprende quanto in femmina foco d'amor dura, se l'occhio o 'l tatto spesso non l'accende.

quando sarai di la` da le larghe onde, di` a Giovanna mia che per me chiami la` dove a li 'nnocenti si risponde. Non credo che la sua madre piu` m'ami, poscia che trasmuto` le bianche bende, le quai convien che, misera!, ancor brami. Per lei assai di lieve si comprende quanto in femmina foco d'amor dura, se l'occhio o 'l tatto spesso non l'accende.

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