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Vergine bella, che sul Nilo a vôto Facesti uscir de l'altrui senno i pregi, Ed a l'eterno Dio serbasti il voto Tra le minacce di superbi Regi, Questa vergine guarda, ed io devoto Tue Chiese adornerò d'altari egregi, E sovra il Sinaì fermando il piede, Farò memoria di gran mercede.

NARTICOFORO. Poco anzi con encomi egregi onorasti Narticoforo ludimagistro, e or ricanti la palinodia chiamandolo semifatuo e mentitore. GERASTO. Ho lodato Narticoforo; ho detto mal di te. NARTICOFORO. Ego sum Narticoforus «fama super aethera notus». GERASTO. Tu Narticoforo romano? NARTICOFORO. Ipsissimus Narticoforus.

Omai s'atterri; e tenebrosi ardori Volino al colmo de' suoi tetti egregi; Tolgansi a' templi le reliquie, e gli ori; E serbinsi a le donne onte e dispregi. Questo supremo de' suoi dolori Non vo', che risco, o mia fatica il pregi: Gi

Egregi e santi reputerei gli effetti degli Asili infantili purchè io li vedessi pienamente estesi, amministrati senza quel mal verme della vanit

Sai quel ch'el fe' portato da li egregi Romani incontro a Brenno, incontro a Pirro, incontro a li altri principi e collegi; onde Torquato e Quinzio, che dal cirro negletto fu nomato, i Deci e Fabi ebber la fama che volontier mirro. Esso atterro` l'orgoglio de li Arabi che di retro ad Annibale passaro l'alpestre rocce, Po, di che tu labi.

Noi che abbiamo gustato nella sua pienezza il tripudio di quei giorni, quasi ci affliggiamo come di nostra sciagura al pensiero che molti egregi patrioti pei quali la vita era stata fino allora un martirio, non raccogliessero da quella nostra e dalla generale soddisfazione che argomenti di rammarico.

Sappiamo, che dei Romanzi di sommi autori antichi d'ogni nazione, con Manzoni alla testa, si è smarrita la traccia, ma lo scrivente vi giura, e tutti lo credono, che non sogna trovarla. Quegli Egregi Romanzieri erano intesi certamente, coi loro Libri, al migliore andamento sociale, sotto la forma di immaginosi avvenimenti, ma si teme abbiano al pari di tanti altri, toccata la delusione.

E in gravi sciagure, onde cotanta L'ignoranza e l'obblio dell'Evangelo, Anche la schiera che dovrìa più santa Sfavillar, perchè interprete del Cielo, Campioni egregi aveva, , ma oh quanta Feccia sol mossa a farisaico zelo, Inimica di Roma, e sovvertente Co' rei costumi ipocriti la gente!

come cosa vil per te si spregi Ciò, che da me supponsi al tuo volere; Credi, che me ne fer ben mille Regi Arsi da desiderio alte preghiere, Ed io le rifiutai; titoli egregi, E di vero valor corone altiere Ho fin quì ricercato; or che le trovo, Con alma accesa inverso lor mi movo.

Sai quel ch'el fe' portato da li egregi Romani incontro a Brenno, incontro a Pirro, incontro a li altri principi e collegi; onde Torquato e Quinzio, che dal cirro negletto fu nomato, i Deci e Fabi ebber la fama che volontier mirro. Esso atterro` l'orgoglio de li Arabi che di retro ad Annibale passaro l'alpestre rocce, Po, di che tu labi.