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O Amor, crudelissimo tiranno, prima ch'io conoscessi la libertá, me ne spogliasti; e prima che conoscessi la vita, mi facesti provar le tue morti. Mi vendi le tue brevi gioie, le tue fuggitive dolcezze a mari di lacrime, a milioni di sospiri, a prezzo di lunghi e infiniti affanni. Non mi tacesti provar dolcezza mai che non fusse meschiata d'assenzio, piacere che non vi fusse il veleno sotto.

Oh se tu fossi, figlio, quel ch'io ti prego ognor! CRISAULO. Non è in proposito. E poi fai 'l grande meco. ARTEMONA. Odi. Oh paradiso! Biat'a lor che v'andranno! CRISAULO. Io non ricerco i tuoi travagli. Dimmi se facesti di quella mia. ARTEMONA. , . Lasciami dire. Da poi ch'io ti trovai v'ho messo mano; e 'l dopo, in bel modo, feci a Lúcia, ridendo, cenno di voler parlarli.

Non so... voglio... vorrei... devo, oh devo! come cristiana, pregarti per un altro cavaliero: devo, come nata da liberi castellani, pregarti per il capo dell'impresa! Egli ci rende tutto! Ed è valente, e cortesissimo.... Perchè sorridi, Vergine santissima? Non so, ma mi sorridi, come mai non facesti. Ah perchè anche tu lo scorgi benigna? E fai bene perchè mi fu detto ch'egli è infelice.

PUB. Molto facesti, e molto Di più si vuol da te. Senza mistero Non vai, Scipione, altero E degli aviti e de' paterni allori. I gloriosi tuoi primi sudori Per le campagne Ibere A caso non spargesti, e non a caso Porti quel nome in fronte Che all'Affrica è fatale. A me fu dato Il soggiogar gran nemica, e tocca Il distruggerla a te.

«Tu facesti questa ingannato, vi sarebbe tuo mortale nemico che non ti riputasse degno di piet

Se in alcuna tua carta eco facesti D'animi non cristiani alla favella; Se di soverchio duol semi funesti Sparsi hai ne' cuor che passïon flagella; Se del secolo errante in cui nascesti, Bench'alta, l'alma tua rimase ancella, Opra fu di fralezza e di prestigio, Non mai di petto a mire inique ligio.

Ed elli a lui: <<Tu prima m'inviasti verso Parnaso a ber ne le sue grotte, e prima appresso Dio m'alluminasti. Facesti come quei che va di notte, che porta il lume dietro e se' non giova, ma dopo se' fa le persone dotte, quando dicesti: 'Secol si rinova; torna giustizia e primo tempo umano, e progenie scende da ciel nova'.

Alla macchia, dunque notava maligno il biscazziere appuntando il dito teso sopra la tavola alla macchia dunque, e non sul mare tu facesti le prede. O al bosco, o al mare, che importa a te, brutto Giuda?

Tornarono subito a casa: la mamma pianse nello sgridarla, pareva avvilita, spaventata. Perchè mai facesti così? seguitava ad esclamare guardando la vecchia serva, che questa volta divideva le apprensioni della padrona. Tina non lo sapeva, ma finalmente potè comprendere che le altre due temevano di restare sole, senza le solite visite di quel signore.

Ella è uno specchio, secondo che tu, Trinitá etterna, mi fai cognoscere; ché, raguardando in questo specchio, tenendolo con la mano de l'amore, mi rapresenta me in te, che so' creatura tua, e te in me, per l'unione che facesti della Deitá ne l'umanitá nostra.