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Voleva andare a quelle Grotte di Catullo che avevano visto la sua felicit

Ed elli a lui: <<Tu prima m'inviasti verso Parnaso a ber ne le sue grotte, e prima appresso Dio m'alluminasti. Facesti come quei che va di notte, che porta il lume dietro e se' non giova, ma dopo se' fa le persone dotte, quando dicesti: 'Secol si rinova; torna giustizia e primo tempo umano, e progenie scende da ciel nova'.

Forse egli stesso, in quell'ora così tarda, in quella deserta campagna, dove sboccavano tante grotte di tufo dalle immani bocche nere aperte, aveva come un leggiero brivido di confuso sgomento. Erano presi dal malessere di chi ha vegliato una notte intera, in preda a una sovraeccitazione spirituale e fisica, e che ne esce stanco e infelice, malcontente di e del tempo che è trascorso. Ma durò questo sino a che furono arrivati alla dogana di Posillipo; ivi una carrozza da nolo, di quelle sgangherate con un vecchio ronzino sciancato, una carrozza di notte, infine, stazionava. Dormivano il cocchiere e il cavallo; non si risvegliarono che a met

Vella presidente del Fascio di Racalmuto, ci accompagnano sino a mezza strada; dove per fare più presto ed arrivare in tempo a non mancare il treno si mutò itinerario ed invece che a Grotte c'indirizzammo a Racalmuto.

Una piccola cisterna antica ed alcune stanze e grotte sotterranee: ecco quanto rimane dell'antica Norba, oltre agli avanzi dell'acropoli e delle mura, di cui ho parlato. Sono rimasto sorpreso di non trovarvi dei sepolcri o dei loculi scavati nella roccia, come se ne vedono da per tutto nelle citt

«Chi v’ha guidati, o che vi fu lucerna, uscendo fuor de la profonda notte che sempre nera fa la valle inferna? Son le leggi d’abisso così rotte? o è mutato in ciel novo consiglio, che, dannati, venite a le mie grotte?». Lo duca mio allor mi diè di piglio, e con parole e con mani e con cenni reverenti mi le gambe e ’l ciglio.

La Furia allor da le tartaree grotte I figli tragge dell'eterna notte. Ma carco d'armi il natural riposo Schifa ne l'ombra taciturna, e bruna Ottoman fiero, e su quel pensoso A se davanti i sommi Duci aduna; Ivi con guardo turbido, focoso Da prima voce non esprime alcuna; Poi con sembianza tal, ch'a rimirarla Porgea spavento, apre la bocca, e parla.

Eravamo al Novembre, giorno dei Morti, che si rispetta dai contadini e dagli zolfatari coll'astensione dal lavoro e ripartimmo nel meriggio da Milocca per Grotte per riprendere il treno, che doveva restituirci alle nostre case. I contadini di Milocca in massa, con l'avv.

Dalle grotte celate al firmamento, Dalle lagrime apparse all'imo core, Contando i battiti, Dal lamento dell'uomo a quel del vento, Dall'amor della donna a quel del fiore. Scrutar dovremmo arditi ogni problema, Dall'eterno mister che su noi libra Il cielo limpido, Fino al basso sentire che ne scema L'intelligenza e in noi la forza sfibra.

Ed elli a lui: <<Tu prima m'inviasti verso Parnaso a ber ne le sue grotte, e prima appresso Dio m'alluminasti. Facesti come quei che va di notte, che porta il lume dietro e se' non giova, ma dopo se' fa le persone dotte, quando dicesti: 'Secol si rinova; torna giustizia e primo tempo umano, e progenie scende da ciel nova'.