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Ah, così sto meglio. Corpo d'una ciabatta! è stato l'ultimo bicchiere che mi è andato alla testa, che fui sempre in gambe come un dragone io! Colpa vostra pap

I ragazzi lo avevano soprannominato Orso peloso sin dal primo giorno; ma poi si erano accorti che era meno orso di quel che immaginavano. Si piantava a gambe larghe su la soglia, con le braccia dietro la schiena, tirando dense ondate di fumo dalla pipetta mezza carbonizzata; e, dopo aver guardato attorno, si rivolgeva a qualcuno di loro: Ehi, ragazzo!

A che proposito consumar tutto il corpo in gambe, in braccia e testa, e il ventre farlo picciolo? or non potea farlo come un sacco, per poter insaccar robbe assai?

Allora si vide perduto. A due passi un crepaccio apriva la gola verde. Vi si strascinò, vi sedette, le gambe penzoloni nell’abisso, ed aspettò la morte. Ebbe un momento l’idea di affrettarla, precipitandosi nel crepaccio, ma la respinse; l’aria lavata dalla tempesta aveva una trasparenza mattinale e lo sguardo vedeva nettamente di l

Ma soffriva per lui, soffriva vedendo cadere tutti i suoi sogni d'avvenire, e se il dolore non le avesse fiaccate le gambe, sarebbe andata lei, così altera, a raccomandarsi agli uomini danarosi di Roma affinchè le salvassero il figlio. Ma l'amministratore che fa? dov'è? Chiamatelo! ordinò la duchessa a Giorgio entrato in quel momento recando una lettera al principe.

Non avendo piccozza ramponi, neppure bastoni ferrati, non ci rimase altro a fare che di scivolare giù. Il signor S. era giunto ad un punto più favorevole, almeno 5 metri più basso di me, senza che io potessi raggiungerlo, causa la ripidezza delle rocce frapposte; a stento potei ritenere una risata, vedendolo rotolare giù, con gambe e braccia per aria; i suoi effetti svolazzarono di qua e di l

Dietro il banco doveva esservi un rialzo di legno, perchè nel mezzo del negozio Carlo Albèri si presentava improvvisamente piccolo, mingherlino, le spalle strette, i calzoni troppo ampi per le gambe secche.

Colle gambe nell'acqua, che ti pone intorno alle ginocchia un anello oscillante d'argento, che guardi? Colla camiciuola al basso gi

Suoi compagni, laggiù, sono Wianka, il pastore figliuolo di tutti, scoperto in terra, un’alba di Natale, fra le gambe sanguinose d’una vagabonda morta nel darlo alla luce, e allevato nella fattoria con il latte d’una capra; e il carrettiere Fedor, biondo colosso innocente, luminoso negli occhi, nei denti e nell’anima. Wianka è un selvaggio, Fedor un mistico. Entrambi sono analfabeti.

Fermati olá, lascia costei! ERASTO. Se non taci e ti parti, ti farò pentir di tanta temeritá! CAPITANO. Se non ti fermi, ti taglierò le gambe! ERASTO. Capitan, va' via, non tôr briga dove non hai a far nulla. CAPITANO. Come nulla? i fatti d'Amasia m'importano molto. ERASTO. Traditore, me l'hai fatta scampar di mano: mal per te, bestiaccia! Dulone, vedilo tu?