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Dammi la corda, ch'io mi vo' appiccare. Posala giú, ch'io ti pesterò l'ossa. E chiude quella bocca di ranocchia; ché, ad altro suon che di cembalo o pivi, ti farò far la tosa e mazzacrocca. Scanfarda, che sei uscita de l'inferno, e vuoi le cose mie a forza, tu! Ti taglierò le man. ARTEMONA. Misericordia! Fuor, vicin! Tutti fuor! ch'io son giá morta; ché un ladro m'ha assalito in su la strada.

Non mi batter piú la porta. Debbi essere ubbriaco. TIMARO. Apri qui, fiera! Ti taglierò un'orecchia. PILASTRINO. Questa volta, voglio che tenga di mula di medico cosí come sei bravo. TIMARO. Quello è desso; è Pilastrin. Parti che ha scelto l'ora di andare al letto? Mi bisogna averlo con le buone. Odi, o Pilastrin: ti prego; fatti fuori. PILASTRINO. Tu m'hai rotto la testa. TIMARO. Ascoltami.

Invece cominciarono l'un l'altro a guardarsi in viso; poi si alzarono senza dir motto, e si allontanarono tutti quatti quatti, salutandolo appena con un lieve cenno del capo. Domattina lo manderò a sfidare e domani sera gli taglierò il muso borbottava Ghegola fra i denti, ritornandosene tutto solo a casa sua.

TRASILOGO. Un giorno ti taglierò il capo, ti straparò il naso dalla faccia, con un pugno poi ti farò spuntar denti fuor della bocca; haimi tu inteso o vuoi che te lo dica piú chiaro? MASTICA. Io v'ho inteso benissimo. Ma un capo meno o piú non importa: lo lascierò in casa quando esco fuori per amor vostro. Ah ah, io so che volete scherzar meco. TRASILOGO. Pezzo d'asino!

Fermati olá, lascia costei! ERASTO. Se non taci e ti parti, ti farò pentir di tanta temeritá! CAPITANO. Se non ti fermi, ti taglierò le gambe! ERASTO. Capitan, va' via, non tôr briga dove non hai a far nulla. CAPITANO. Come nulla? i fatti d'Amasia m'importano molto. ERASTO. Traditore, me l'hai fatta scampar di mano: mal per te, bestiaccia! Dulone, vedilo tu?

Ohibò! disse di rimando Ariberti. Io amo l'arte per l'arte. La vostra cantante mi piace e vedrete che nelle mie note di domani ve la innalzerò fino alle stelle con una dozzina di superlativi. Ne taglierò una met

Ci rifaremo dalla camicia, disse la Sofia. Mentre tu taglierai i gheroni e gli attaccherai al corpo, io taglierò lo sprone e le maniche. Dobbiamo guarnirgliela? chiese la Matilde. Sicuro. Adopreremo questo bigherino vecchio che la mamma staccò ieri dalla sua sottovita. Guarda se in questo pezzetto di peloncino si potesse ricavare un paio di mutande, Sofia!