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5 Grandi eran l'ale e di color diverso, e vi sedea nel mezzo un cavalliero, di ferro armato luminoso e terso; e vêr ponente avea dritto il sentiero.

La spiritosa giovane Baronessa Martines metteva in musica con dolcezza degna dell’originale qualche canzonetta che l’amabile Cantore delle «Quattro Stagioni» scriveva per lei. Anna Maria Bonanno, ingegno pronto e luminoso, con profondo intelletto studiava gli scelti volumi del suo ricco studio; che a lei faceva omaggio della sua Biblioteca galante il tipografo Rapetti³⁷³. Educando la prole alla piet

Sembra ballare pazza di gioia la sua strana danza a schiena curva. Fumano i suoi capelli sciolti. Il mitragliere le stringe i fianchi e l'ombra ingigantita della coppia bizzarra danza proiettata a cento metri davanti a noi sul tondo, enorme cerchio di luce che il fascio luminoso del proiettore stampa sulla nebbia. Vicino, sotto, sopra, intorno, altre ombre strabilianti: le nostre.

Non so... M'è parso di piegarmi, di mancare. Le mie mani si sono afferrate allo spigolo della tavola, gli occhi miei fisi e spalancati hanno visto venire verso di me, lento, dal luminoso fondo della finestra, il fantasma. Ho sentito una mano che mi si posava sulla spalla. Ho visto confusamente lei, che si chinava, che mi guardava. E m'è parso che sorridesse, con gli occhi pieni di lagrime...

Con una testa da madonna, con la carnagione bianca imporporata di salute, con le trecce lunghe, di un biondo luminoso, per le spalle, mi faceva pensare alle donne graziose dei preraffaelliti che in quei giorni ammiravo come uno narcotizzato dai loro colori.

Immobile, tutto nero sullo sfondo luminoso della finestra, egli guardava ancora il ritratto. Andrea!... e, levatasi, gli si avvicinò. Mute, grosse, luccicanti, le lacrime gli sgorgavano dagli occhi spalancati, gli rigavano le guancie, cadevano una dopo l'altra sulle mani leggermente tremanti. Andrea!.... Andrea mio!... Guardami, che cosa è stato?... Ma guardami!

Perchè la gente si stanca di essere cattiva, si disgusta della propria perfidia, ha la nausea di stessa! Pare impossibile, donna Clara. Non mi chiamate così! Non è il vostro nome? Il vostro bel nome luminoso e glorioso? È il duro nome di altri tempi; chiamatemi: Chiarina. Vi chiamerò: signora. Non siate così duro, Serra, ve ne prego. Io non sono che rispettoso.

Il celebre tenore Rubini va debitore del suo più luminoso successo ad una cabaletta di quest'ultima opera; cabaletta che anche oggigiorno si ripete nei concerti da qualche artista privilegiato e che ebbe l'onore di parecchie trascrizioni felicissime.

Sono appena suonate lo undici e mezza di notte; le stelle brillano sul firmamento; solo un grosso nuvolone contende il luminoso cammino della luna, nascondendone di tanto in tanto i pallidi raggi.

Fuori, fuori all'assalto! e si finisce il pranzo alla rinfusa, sbandati, con grande scrosciar di risate nella risata fulva del Tramonto, tutto nuvole di cristallo incandescente, bottiglie spumeggianti d'oro, cirri di porcellana viola affastellati, luminoso banchetto aereo sospeso a picco sulla pianura veneta crepuscolare.