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Suoi compagni, laggiù, sono Wianka, il pastore figliuolo di tutti, scoperto in terra, un’alba di Natale, fra le gambe sanguinose d’una vagabonda morta nel darlo alla luce, e allevato nella fattoria con il latte d’una capra; e il carrettiere Fedor, biondo colosso innocente, luminoso negli occhi, nei denti e nell’anima. Wianka è un selvaggio, Fedor un mistico. Entrambi sono analfabeti.

Intanto madre natura, che non è punto sentimentale, badava a fare il suo compito senza curarsi se il carrettiere fosse ubbriaco od innamorato; e nella casa della giovine sposa i bambini si tenevano dietro l'uno all'altro come le canne dell'organo; ce n'erano gi

Fin qua le cose andavano benissimo, e io stesso, non avendo altro da fare, mi occupavo delle faccende del molino. Quando ecco che v'entro un giorno, e chi vi trovo? Il figlio d'un carrettiere, un ubriacone della peggiore specie, alle prese con un giovanotto beccaio. Il carrettiere aveva cacciato il beccaio in una enorme madia, e quasi era per schiacciargli la testa sotto il coverchio. Figurati! E tutto ciò accadeva perchè quei due, tutti e due presi di Rosa, s'erano incontrati nel molino e era venuto loro in mente di saldare i loro conti. E ci volle il bello e il buono per metterli fuori! Vi riuscii soltanto in forza della mia qualit

Tutto questo andava molto a sangue alla mugnaia, la quale, per il denaro, avrebbe venduta l'anima al diavolo, e tanto più facilmente aveva venduto il suo carrettiere a quella giovinetta, sicura come era di ricomprarlo con un'occhiata furba de' suoi occhi trentenni.

La povera Cecchina pianse amaramente la perdita della sua mamma; ed il carrettiere riformò il suo programma, e pensò di andar a vivere col suocero il quale, oltre a mantenergli la moglie ed i figlioli, gli avrebbe lasciato metter mano nella cassetta del banco.

Poi, all'alba, alla svolta dove lo stradone provinciale s'incrociava con la strada comunale, un carrettiere, pregato dall'altro che lo conosceva, li aveva presi sul suo carro vuoto, ed era stato un ristoro. La morticina avea dovuto rimanere quasi mezza giornata nello stanzone prima di esser portata via al cimitero.

Eccellenza, gli disse, mi è venuto un pensiero dopo averla lasciata; sono andato a chieder notizia di quella dama ad una sua vicina. Ebbene? La signora Gabriella, dopo una breve assenza, ritornò a prendere le sue robe, e quella vicina udì dal carrettiere che si recava a Rimini. Ah! pensò il conte, io vi sarò stassera. Ringraziò il sagrestano, lo regalò ancora, e partì.

Il movimento delle carrozze cominciava ora dinnanzi all'albergo, la festa volgeva alla fine, e dei rumori cominciavano a venir dalla via; degli usci che si schiudevano, un canto di carrettiere, quell'araba melopea malinconica che la faceva quasi piangere... «Che notte!... che notte!...» La sua veste bianca era ancora buttata sul divano, il ramoscello di mughetti sfrondato per terra.

Il mattino arrivavo lemme lemme e come un carrettiere, con sottile scorta a Passo Corese e alla vista dei granatieri lungo la ferrovia e di due sentinelle impassibili a ciascun lato dell'angusto ponte di barriera, era il caso di non saper che pesci pigliare. si fa la frittata! dissi fra me.

Un carrettiere delle Çèvennes, vedendo sullo stradale che doveva percorrere due malfattori appostati col fucile alla mano, per salvare una parte del suo denaro, si pose in bocca e trangugiò quattro marenghi. Ma i malfattori, che attendevano a far preda più grossa, lasciarono che il carrettiere tirasse innanzi tranquillo per la sua via. Giunto felicemente alla propria dimora, il carrettiere vi trova il padrone di casa, che stava attendendolo per riscuotere da lui l'importo dell'affitto. Ebbene! hai portato il denaro, come hai promesso? gli chiede il padrone. Parola da galantuomo! risponde l'altro. Vediamo! Converr