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Raynald, Ann. ecc., 1283, §. 2, 3, 4. Raynald, Ann. ecc., 1283, §, 15 a 23. Saba Malaspina, cont., pag. 392, 393. Saba Malaspina, cont., pag. 392, 393, 394. Raynald, Ann. ecc., 1283, §. 36, 38, breve del 6 luglio. Ibid., §. 39, breve del 7 giugno. Ibid., §. 47, breve del papa a 26 giugno, ed epistola di re Carlo a 23 novembre. Ibid., §. 54 a 57. Nangis, in Duchesne, Hist. franc. script., tom.

A ogni modo, circa al 20 di novembre egli sarebbe stato in Italia, e l'avrebbe vista a Venezia o nella sua villa di Mogliano. Non erano ancora terminati i ristauri della villa? E il suo raccomandato non era ancora partito?... Vergalli concludeva, secondo il suo costume: «Ricordatevi che sono sempre a vostra disposizione, sempre alla portata di un telegramma».

Sperda l'oblio ogni ricordo di me, purchè sventoli, fra un Popolo di liberi, pura d'innesti, la bella, la santa, la cara Bandiera dai tre colori di Italia, sulla terra ove dorme mia Madre. 14 novembre 1859. La diffidenza cieca, come la cieca fiducia, è morte alle grandi imprese.

Leopoldina cominciò: "In questo giorno, 6 novembre, dell'anno di grazia 1864, io sottoscritto, di mia piena e spontanea volont

Era una tetra mattinata di novembre, non pioveva, ma la nebbia scivolando sulla pianura, dell'Italia orientale, inumidiva gli abiti, i capelli, la barba come se fosse pioggia, ma d'un modo più dispiacevole, compenetrandovi d'un freddo brivido, ed obbligandovi a continuo moto per non intorpidire.

Nel mese di novembre cominciò a incalzare nei provvedimenti per la flotta; e preposevi un uomo di maggior nome, Iacopo de Brusson, come si vede da' seguenti diplomi del medesimo registro. Napoli 24 novembre per l'armamento delle navi in Napoli, fog. 71, a t. Napoli 26 novembre, parecchi diplomi per le navi in Salerno, ibid. Napoli 26 novembre a Iacopo de Brusson vice ammiraglio.

Dopo tre anni di sacrifizio il dottor Carlo Chiari aveva finalmente la prospettiva di un posto più degno di lui. Sfidando il freddo, il vento, la pioggia di un brutto giorno di novembre, la cavallina attaccata al vecchio calesse, andava andava per la campagna malinconica, sommersa nella fiumana. Le ultime visite!

Progetti presto abbandonati, macchinazioni rimaste affatto ineseguite impacciavano il maresciallo Bellegarde. Il pericolo era passato, e per impedirne il ritorno, il 18 novembre fu dato ai capi dei reggimenti italiani l'ordine di recarsi in Alemagna, ed eseguito il 21. Ma la brama austriaca di vendetta non era appagata, e dovea venir fatta paga; ed ecco il come il maresciallo Bellegarde avvisossi di conseguire l'intento: Savoiardo di nascita, il Bellegarde aveva ancora in patria dei congiunti poveri e oscuri, i quali, chiusi nelle cupe valli dell'Alpi, s'affidavano nel cugino per trovar mezzo di uscirne. Uno di questi congiunti era noto al maresciallo per la sua valenzia nell'arte degl'intrighi e della menzogna, e a lui si volse egli per tendere ai liberali italiani un agguato. Partì costui dietro la chiamata del cugino da Ciamberì nella diligenza per a Milano; ma non appena fu lungi dai luoghi in cui era troppo conosciuto, spacciossi per vegnente da Parigi, e assunse il nome di visconte di Saint-Aignan, dicendo di appartenere alla nobile famiglia di tal nome, la quale nel servire all'imperatore avea tenuto di servire alla Francia, e di buon grado erasi allora rappattumata coi discendenti degli antichi suoi re. Per mala ventura, uno de' compagni di viaggio di questo impostore fu il Marchal, altro de' complici della congiura militare testè abbandonata; presso il quale l'impostore, ufficioso ed entrante, come sogliono essere gli uomini di tal fatta, s'insinuò ben presto, e venne con lui in tanta intrinsechezza, che non durò stento a conoscerne le opinioni politiche, e i sensi ch'esso nodriva verso il governo austriaco. Giunto a Milano e venuto in casa del Marchal, il visconte parve di repente risoluto ad aprirsi a lui. Gli confessò che il re di Francia Luigi XVIII, il reggente d'Inghilterra, e specialissimamente poi il duca di Angulêmme l'aveano spedito a Milano per iscandagliare le disposizioni della popolazione. Il re Luigi, il reggente d'Inghilterra e il duca suddetto non poteano sopportare in pace che questa bella contrada, stata unita per tanto tempo alla Francia, ne fosse ora staccata, non gi

La sera del 29 novembre dell’anno 1295 aveva termine il suo martirio sulla terra. La notte innanzi ella aveva avuto una visione, la prima dopo cinque anni che recasse qualche sollievo alla sua anima travagliata. Ugo, il diletto Ugo, le era apparso, le avea perdonato, e la chiamava con .

La lettera del R. Delegato di Lunigiana, E. Sabatini, al Ministro Guerrazzi è questa: «Informai nel decorso giorno (7 novembre '48) l'E. V. che una parte del corpo franco Garibaldi erasi, lasciata Genova, raccolta in questa citt