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Ho detto che il vicerè era al suo quartier generale di Verona, e le truppe della Lega accampate sulla opposta riva dell'Adige. Egli vi ricevette, entrante il novembre dell'anno 1813, una lettera dell'imperatore, il quale, vedendosi rispinto ogni e fino nei suoi propri Stati dalle forze soverchianti degli Alleati, ingiugneva al vicerè di abbandonare l'Italia e di ridursi in Francia con tutte le sue truppe italiane e francesi, onde raccozzare così lo sforzo intiero del suo partito. Fu il principe Eugenio immerso da questo comandamento nelle più crudeli perplessit

Progetti presto abbandonati, macchinazioni rimaste affatto ineseguite impacciavano il maresciallo Bellegarde. Il pericolo era passato, e per impedirne il ritorno, il 18 novembre fu dato ai capi dei reggimenti italiani l'ordine di recarsi in Alemagna, ed eseguito il 21. Ma la brama austriaca di vendetta non era appagata, e dovea venir fatta paga; ed ecco il come il maresciallo Bellegarde avvisossi di conseguire l'intento: Savoiardo di nascita, il Bellegarde aveva ancora in patria dei congiunti poveri e oscuri, i quali, chiusi nelle cupe valli dell'Alpi, s'affidavano nel cugino per trovar mezzo di uscirne. Uno di questi congiunti era noto al maresciallo per la sua valenzia nell'arte degl'intrighi e della menzogna, e a lui si volse egli per tendere ai liberali italiani un agguato. Partì costui dietro la chiamata del cugino da Ciamberì nella diligenza per a Milano; ma non appena fu lungi dai luoghi in cui era troppo conosciuto, spacciossi per vegnente da Parigi, e assunse il nome di visconte di Saint-Aignan, dicendo di appartenere alla nobile famiglia di tal nome, la quale nel servire all'imperatore avea tenuto di servire alla Francia, e di buon grado erasi allora rappattumata coi discendenti degli antichi suoi re. Per mala ventura, uno de' compagni di viaggio di questo impostore fu il Marchal, altro de' complici della congiura militare testè abbandonata; presso il quale l'impostore, ufficioso ed entrante, come sogliono essere gli uomini di tal fatta, s'insinuò ben presto, e venne con lui in tanta intrinsechezza, che non durò stento a conoscerne le opinioni politiche, e i sensi ch'esso nodriva verso il governo austriaco. Giunto a Milano e venuto in casa del Marchal, il visconte parve di repente risoluto ad aprirsi a lui. Gli confessò che il re di Francia Luigi XVIII, il reggente d'Inghilterra, e specialissimamente poi il duca di Angulêmme l'aveano spedito a Milano per iscandagliare le disposizioni della popolazione. Il re Luigi, il reggente d'Inghilterra e il duca suddetto non poteano sopportare in pace che questa bella contrada, stata unita per tanto tempo alla Francia, ne fosse ora staccata, non gi

Fra questa generale mala contentezza ebbe principio la spedizione contro la Russia. Meglio che vensettemila uomini partirono dalla Lombardia, entrante l'estate dell'anno 1812, sotto il supremo governo del vicerè, e quello secondario del generale di divisione Pino. L'esercito italico era giunto ildi luglio oltre il Niemen, e il vicerè si rallegrava in vedendolo, alla distanza di seicento leghe dall'Italia, in buona ordinanza e in florida salute. Ma ben presto cambiavasi l'aspetto delle cose. Le pugne continue e il freddo, che di giorno in giorno ingagliardiva, addecimavano le schiere italiane, a tal che il 13 di settembre, quando il generale Pino, che era rimasto al suo posto poco stante da Mosca, giunse con la sua divisione in quella citt

Non c'è nulla che prema... affatto nulla: ma se non avesse più pressanti lavori... quanto prima si può sfoggiarla e meglio è... insomma, se me le desse per la fine dalla settimana entrante, mi sarebbe molto a grado.

Gli interrogatorii aveano luogo tra l'accusato e il giudice istruttore Salvotti, in presenza d'un cancelliere, il quale scrivea le domande e le risposte. Componea poscia il Salvotti un epilogo di tutti questi interrogatorii, di cui lasciava copia, dopo terminati i costituti, all'inquisito, esortandolo ad apparecchiare pel giorno seguente la risposta, cui davasi il nome di difesa; perocchè in siffatti processi l'accusato non può affidare la propria difesa ad un avvocato, tampoco giovarsi della dottrina e dei consigli altrui. Il captivo trovavasi adunque improvvisamente e pel breve spazio di ventiquattro ore, costretto a prendere in disamina la voluminosa raccolta delle interrogazioni ch'erangli state fatte, e delle risposte da lui datevi mesi e mesi prima, ed a difendersi. Uno di quegl'inquisiti, fra altri, stette diciotto mesi in carcere, nel quale tempo fu interrogato due sole volte, la prima, subito dopo la cattura, entrante la primavera del 1822, per non altro uopo, che per constatare l'identit