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Matti, matti, matti da legare! egli diceva (però tanto piano che Fortunata doveva aguzzar l'orecchio per sentirlo). A un bel punto ci hanno ridotti!... Ecco ciò che ha saputo fare il loro Carlo Alberto, ciò che han fatto i volontari, e i papalini, e i napoletani.... E adesso tutta la tempesta viene addosso a noi; stiamo freschi.... Mi ricordo del blocco del 1813, che delizia!... Questi furibondi che ci governano non se ne rammentano mica, son giovani, loro, se no, non farebbero tanto i gradassi.... Eh, perchè l'esperienza servisse a qualcosa, bisognerebbe che al mondo non ci fossero altro che i vecchi.... E il blocco di questa volta sar

Questo prototipo dei cortigiani, degli uomini saliti in alto da abbietta fortuna, che si ostinava a non tenere i successivi e prolungati rovesci degli anni 1813 e 1814, che per effetti dei sublimi, comunque incomprensibili, segreti concepimenti dell'imperatore; e che degli sgraziati eventi d'allora non trovava possibili che questi due scioglimenti: o una splendida e decisiva vittoria riportata dall'imperatore, o un accordo onorato di pace tra l'imperatore stesso e gli altri potentati; con istentato disdegno parlava dei timori di quelli fra' Lombardi ch'erano amici dei Francesi, e delle speranze di quegli altri ch'erano o partigiani dell'Austria o fautori dell'independenza italica; e faceasi dagli uni e dagli altri odiare, perchè si mostrava non mai dimentico di appartenere alla nazione conquistatrice e di trovarsi accasato presso la vinta.

E parmi che qualche esempio se ne legga nella guerra del 1813. Rimprovera in secondo luogo al Poeta, che faccia restare la citt

Ho detto che il vicerè era al suo quartier generale di Verona, e le truppe della Lega accampate sulla opposta riva dell'Adige. Egli vi ricevette, entrante il novembre dell'anno 1813, una lettera dell'imperatore, il quale, vedendosi rispinto ogni e fino nei suoi propri Stati dalle forze soverchianti degli Alleati, ingiugneva al vicerè di abbandonare l'Italia e di ridursi in Francia con tutte le sue truppe italiane e francesi, onde raccozzare così lo sforzo intiero del suo partito. Fu il principe Eugenio immerso da questo comandamento nelle più crudeli perplessit

In compenso, il Cusani ristampò la piú antica prosa del Berchet della quale abbiamo notizia, cioè la Lettera sul dramma «Demetrio e Polibio«, della quale non è stato possibile a me rintracciare l'edizione originale, fattane a Milano, dal Pirotta, nel 1813.

Memorie, Milano, Guigoni, 1861, p. 147. Lo Stato Romano dall'anno 1813 al 1850, II, 358. Brevissimo fu il soggiorno di Garibaldi a Bologna. Andatovi la sera del 10 novembre, ne ripartí la mattina del 12; e come aveva fatto a Firenze, tolse commiato della cittadinanza con un proclama a stampa . Cfr. GARIBALDI G., Epistolario, I, 24.

Questo Tedesco, che aveva sposato una Russa, scienziato profondo, aveva fatto le campagne del 1813, 1814 e 1815 con gli eserciti sassoni e prussiani. Egli era accorso. Aveva fasciato il ferito. Aveva udito attentamente le poche parole cui il conte gli aveva diretto, a voce morente, ed aveva dichiarato che il caso era mortale.