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A tanta vista io mi rivolsi, e stretto Tenere il fren non valsi a' miei desiri , che da me rubella uscì dal petto L'anima tra gli affanni e tra i sospiri, E, come dir non so, provai diletto, E ne l'istesso tempo anco martiri, E pianti sparsi, e trasformai sembiante In gran pensieri ora arsa, ora tremante.

Si vedeva un velo bianco di filo d'argento spiegato su d'un tavoliere, una veste di raso bianchissimo ancora piegata e messa su di un cuscino. Ella aveva i capegli sparsi e pareva la Maddalena del Tiziano. Quando vide il Palavicino si alzò presta e gli corse incontro. Ci siamo disimpacciati di tutto, eccellenza, le disse il Morone.

Foglietto I. Nel de' morti. Venne nella casa la coltre del cataletto? Venne, come è destino, e si partì. Tutto si partì? Ecco il vuoto: ecco le religioni soccorritrici. Io so che qualcosa si affaccia agli usci, tiene in rispettoso timore i vivi, guarda le gocce di cera sul pavimento o i petali sparsi di qualche fiore o la segatura, fa più triste il silenzio, più desolato il disordine, occupa nessun posto, e li occupa tutti, sorprende nell'aria nauseosa pel fumo delle torce l'ultima preghiera morente del corteo che sfilò, la prima parola di comando che disse l'erede, saluta gli oggetti che saranno dati ai legatari, s'appiatta dappertutto, sbuca dalle pieghe del testamento e domanda: È finito? È finito: il morto viaggia al cimitero. All'indomani tutto sar

Ottoman piango; ed ho nel cor disdegno Che parcamente i pianti miei sian sparsi; Ma pur Meandro e di Panfilia il regno Di martirj e di duol non ti fian scarsi; L

Nonostante il caldo, l'aula di Montecitorio presentava quello che i giornalisti dicono un aspetto imponente. C'erano bensì, durante la lettura del processo verbale, parecchi vuoti nei vari settori, ma si sapeva che i deputati erano sparsi nei corridoi, e avrebbero preso il loro posto al momento opportuno.

Languiva davvero poveretta! abbandonata su 'l lettuccio bianco, i capelli sparsi su 'l guanciale, il volto, dagli occhi chiusi, vampante di febbre. Era in quello stato pietoso da parecchi giorni, e gi

Contro ogni intenzione del poeta, Sofesamin il savio, il quale ha in fondo agli occhi una luce che deve servire per allontanare gli altri dai pericoli in cui stanno per cascare, e che gli fa vedere chiare quelle cose che dovrebbero essere sempre scure, (luce che non dee far piacere a lui stesso, se quando ne ragiona gli sfugge la esclamazione; Oh! la povera anima mia!); contro ogni intenzione del poeta, questa severa figura diventa ridicola. Quando la regina è ospite di Salomone (gli ammonimenti di Sofesamin non han potuto impedire che la capricciosa e isterica Belkiss mettesse in atto il viaggio a Gerusalemme) egli vorrebbe impedire che Salomone penetri nelle camere di Belkiss; e fa la guardia davanti l'uscio della regina, ma non così oculatamente che ella non n'esca scalza, coi capelli sciolti, tutta vestita di bianco e che non vada dal re, seguendo la traccia dei gigli sparsi sul pavimento, come il re le aveva indicato. Così mentre il Savio sta dietro l'uscio delle vaste camere di Belkiss a filosofare: Poveri ciechi! Poveri sordi! Andate verso la felicit

Quando il sipario si alzò, una specie di stupore invase li animi. L’apparato scenico parve meraviglioso. Tre arcate si prolungavano in prospettiva, illuminate; e quella di mezzo terminava in un giardino fantastico. Alcuni paggi stavano sparsi qua e l

O cielosclamò Sant'Aubert, come colpito da un'improvvisa rimembranza; «il convento di Santa ChiaraEmilia osservò che ai segni del dolore sparsi sulla di lui fronte, mescolavasi un sentimento di orrore.

Misi in tasca il coltello, stavo per lanciarmi fuori, quando rassettando rapidamente le cose mie e raccogliendo quei fogli sparsi, m'avvidi con stupore profondo di una cosa non sospettata. Ecco: durante il mio sonno, le mosche avevano fatto colazione con la mia lettera. Avevano mangiato col sangue le mie parole d'amore.