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La camera da letto dove mi introdusse, era misteriosamente elegante, con un lettuccio piccolo, grazioso, tutto a trine. Ma non conservo percezioni nette; soltanto ricordo che un brivido morboso si veniva impadronendo di me, mentre ella con calma esacerbante si toglieva, allo specchio, tutti quegli strani armamenti della testa.

E con un rapido moto di tutta la persona si tolse dalla stretta di Paolo, si levò in piedi, mentr'egli, esausto e beato, s'abbandonava inerte contro la spalliera del lettuccio. Paolo rimase così, con gli occhi chiusi e un gran sorriso su la bocca. Essa lo guardò un istante curiosamente, poi, di un balzo, fuggì dal salotto per la porta ond'era entrata.

Due grandi occhi azzurri mi guardavano spaventati, una testina bionda come quella di Fortunata si levava dal capezzale, intenta. Il piccino mormorò lei. Ma come m'accostavo al lettuccio il piccino fu preso da gran terrore. Ricacciò il capo sotto le coltri e si mise a urlare.

Qualche volta una ragazza se lo prendeva e se lo conduceva a spasso e a pranzo, e lo faceva dormire in un lettuccio improvvisato, restituendolo a casa dopo due o tre giorni.

Nella fioca luce della cameretta vide il lettuccio bianco; cercò di rialzare, per adagiarvela, la fanciulla svenuta; ma era troppo forte il suo tremito, il suo turbamento; si guardò attorno smarrito... poi scese a precipizio giù per le scale, afferrò nell'andito il cappello, il paltò, e continuò a fuggire infilando la porta.

Così calò la notte senza che se ne avvedessero. Le tenebre copersero la piccola finestra; il fuoco morì a poco a poco... Maria, agghiacciata fin nel midollo delle ossa, cercò a tentoni il suo lettuccio, e brancicando nel buio urtò qualche cosa che cadde a terra e si infranse con uno stridore secco.

Lucertolo ripensò alla notte del 14 gennaio in cui tre anni prima egli si era accostato al lettuccio di Nello nel tugurio in piazza Luna, con ben altri pensieri. Ah, se avesse allora potuto gridare, infondendo in tutti la sua convinzione: non l'arrestiamo... riflettiamo... noi perseguitiamo un innocente!

Ero dunque venuta qui presso, nella camera accanto, per chiedere se aveva nulla a comandarmi. La signora stava sdraiata sul lettuccio, ma non ci badai, perchè la c'è tutte le sere e non parla mai, anche quando ci son io a tenerle un po' di compagnia.

Il piangere poi che faceva la povera fanciulla, quando, di notte, si trovava sola, e non sapeva più pregare, e faticava a prender sonno nel suo umile lettuccio, il piangere e il pensare a quel ch'era, a quel che poteva essere, ella sola lo seppe.

Tutte le sere diceva a Maria: Lascia aperta la porta e lascia il lume acceso, affinchè la poveretta, se tornasse, non abbia a smarrirsi nel buio. Dicendo così, non credeva. E tutta la notte vegliava orando, intanto che Maria prendeva un po' di riposo nel lettuccio abbandonato.