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Nell'anno 1405 andarono da Venezia alle coste della Siria sei cocche cariche di merci del valore di 320,000 zecchini . Nel 1515 invece notava il Sanudo l'arrivo a Venezia delle galere di Beiruth a suon di campane, giusta il solito, con un carico molto povero, cioè di 1,200 colli in tutto, e pochi anni appresso solo con un carico di 800 colli.

Egli notava tutto per cavarne profitto, come del resto ha da fare in tempo di guerra ogni buon capitano. Per altro, si tenne le sue osservazioni in petto. C'era appunto allora da vedere e da misurare il terreno.

No, no, no, diceva a mezza voce, aggiustandosi la cravatta intorno al collo, il vecchio cancelliere Anastasio; no, qui c'è sotto un mistero. Mysterium, mysterium invocat! notava cattedraticamente il maestro di scuola; e, ne attesto i sette savii della Grecia, il mistero che circonda questi signori non comincia qui.

Per lo più, prima che cominciasse la rappresentazione, usava di metter l'occhio al buco del sipario ad osservare attentamente il suo pubblico; notava tutti i volti gravi, i tristi e se ne ritornava fra le quinte, fregandosi le mani, sorridendo e mormorando fra : «Vedremo, vedremo, se ci potrete resistereQuando aveva ottenuto l'intento e si vedeva davanti una folla di volti ridenti, si congratulava con stesso come di una grande vittoria.

A poco a poco, la notizia importante fu divulgata, smentita, confermata, e tutta Borghignano fu messa sossopra. Alcuni assicuravano che ormai al conte Della Valle non rimaneva più altro che reprimere, altri sostenevano, con pari calore, che c'era tutto il tempo per poter prevenire. Al club si notava la faccia del Vharè quando entrava, l'ora e la strada che prendeva quando ne usciva. In una farmacia, vicina al palazzo Della Valle, nascosti dietro le tendine verdi dei cristalli, c'erano sempre parecchi curiosi che spiavano il Vharè mentre si recava a far visita alla contessa Della Valle. Nel caffè di Borghignano, la mattina all'ora di colazione e la sera dopo il teatro si sospese, per il momento, di salvare la patria, volendo salvare invece il conte Della Valle, dal serio pericolo che correva. Pochi accusavano Lalla; i più la difendevano; tutti esaltavano i meriti di Giorgio, e condannavano, senza piet

I doveri di medico non mi permettevano di accordargli frequenti e lunghe pose. Spesso passavano due, tre settimane senza che io mettessi piede nel suo studio. Oh, Dio! Ti sei un po' ingrassato! o pure: Oh, Dio! Sei alquanto dimagrito! Come avvenissero questi cambiamenti piccoli ma percettibili, giacchè egli li notava sùbito, non saprei dire. Non lo faccio a posta rispondevo scusandomi.

I dieci Templarii, gli autentici, non c'erano tutti; ma ai due che mancavano, supplivano cinque ausiliarii. Tra i primi si notava Mauro Dodero, vecchia conoscenza dei nostri lettori, il quale non aveva raccontata ancora la sua famosa storia d'Ocuenacati ai congregati epuloni di Quinto; Mauro Dodero, a cui la gran barba bionda, gi

Animato nel proposito di palesare l'amor mio dappoi che lo sentiva crescere a un tratto nel mio core, e mi pareva propizio l'istante io vedeva Ortensia più bella e più seducente, e leggeva nel suo sguardo un tacito invito. Ma in pari tempo notava il pallore delle sue gote, l'immobilit

Carlotta di Morny quella sera ricevette l'omaggio di cento cavalieri; ma rimase alteramente placida in mezzo al loro caldo entusiasmo: ebbe per tutti un sorriso, una parola, un saluto ugualmente cortese, ma senza scomporsi dalla sua attitudine di regina annoiata, senza che mai l'eterno femminino scoperto da Goethe avesse in lei un solo lampo di vita. Anche durante la danza, nel giro febbrile, vorticoso, insidiatore del valtzer, ella, strana cosa, si mantenne impassibile. I suoi riccioli biondi ondeggiavano appena quando le coppie incrociandosi le une colle altre mettevano in iscompiglio l'aria tepida, odorosa, che tutto e tutti circondava. Ma dopo un lungo ballo, quando il cavaliere garbato s'inchinava innanzi a lei, asciugandosi con una pezzuola di seta la fronte infiammata, notava, sorpreso e dolente, la tranquillit

L'architettura esterna era la consueta di quasi tutti i palazzi delle nostre campagne: soltanto si notava che quattro finestre del piano nobile, le ultime a manca, si allargavano a forma di loggia, custodita da grandi vetrate che s'intelaiavano nei colonnati; e le ultime quattro a destra cadevano entro le linee perpendicolari di una torre che usciva da quella parte del palazzo, rompendo ad angolo due acque del tetto.