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Cinque operai erano andati al lavoro malgrado le minacce dei compagni, dicendo che non avevano nessuna ragione di abbandonare una famiglia che li aveva sempre beneficati. Gli altri volevano entrare a forza per trascinarli di l

Disse Marfisa: Io ti darò un susorno; altro non mi sai far che triste augurie; e grida al postiglion che suoni il corno, sferzi i cavalli, ed entra nelle furie; e benché porti una gran febbre intorno, non lascia le minacce l'ingiurie, ma alfin la febbre d'una buona razza basta a frenare anche una donna pazza. E convenne far alto in un villaggio. perché Marfisa piú non si reggea.

Il duca di Feira non era un uomo volgare, con cui scendere alle minacce; era un gentiluomo, era un vecchio al paragone di lui; l'incalzarlo ancora, senza l'aiuto di qualche sfumatura, di qualche artifizio oratorio, sarebbe parso atto di scortesia, e il Giuliani ben ne vedeva il pericolo.

60 Tutto ieri ed oggi l'ho pregato; e quando ho visto uscir prieghi e minacce invano, maledicendol molto e bestemmiando, l'ho lasciato di qui poco lontano, dove il cavallo e molto affannando, s'aiuta, quanto può, con l'arme in mano contra un guerrier ch'in tal travaglio il mette, che spero ch'abbia a far le mie vendette.

Il pastore, che vide seguìto il suo insistente rifiuto di accompagnarci dalle minacce, ed avvertì in due paia di piedate sufficienti un principio d'esecuzione, si risolse di vestirsi.

di ferro minacce di morte, mentre animosamente spiega l'ale di fede, mai paventa un uomo forte. Però la forza lor in noi che vale? Giá chi congiunse il ciel altrui non scioglie perché non svaria mai corso fatale. Lasciali pur empir lor empie voglie: livido cuor sol di se stesso è pena, e chi semina tòsco, tòsco accoglie.

Così parlava il sergente, che, sceso da cavallo, e collocati i suoi figliuoletti sotto un albero, si adoperava con preghiere e minacce a ricomporre le file, a rianimare gli spiriti della soldatesca demoralizzata.

Per tutto il giardino confusi al fragore del vento si udivano gridi di contumelia, e terribili minacce. La voce stridula del Conte Cènci, come l'uccello di sinistro augurio, strillava continua: Carne!... carne!... scannatelo come un cane...

Quando i diplomatici francesi lo circonvenivano in Palazzo Vecchio e lo assediavano, e lo insidiavano con mille modi, minacce, promesse, suggestioni, speranze, il barone non rispondeva che per queste parole: Vous traitez avec moi, donc vous me reconnaissez: Du tout! sclamavano quei signori stupiti.

Qui furono inchini da una parte e dall'altra, e i due padrini del barone De Wincsel si ritirarono, accompagnati dal conte Gino Malatesti fino all'uscio della casa. Ah, finalmente! il diversivo era trovato; Gino poteva smaltire la collera in qualche modo, sfuggendo alle persecuzioni, alle minacce della terribile suocera.