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86 Guidone e gli altri cavallier gagliardi, e sopra tutti lor Marfisa forte, al menar de le man non furon tardi, e molto fer per isforzar le porte: ma tanta e tanta copia era dei dardi che, con ferite dei compagni e morte, pioveano lor di sopra e d'ogn'intorno, ch'al fin temean d'averne danno e scorno. 87 D'ogni guerrier l'usbergo era perfetto; che se non era, avean più da temere.

18 Inanzi a Carlo, inanzi al re Agramante l'un stuolo e l'altro si vuol far vedere, ove gran loda, ove mercé abondante si può acquistar, facendo il suo dovere. I Mori non però fer pruove tante, che par ristoro al danno abbiano avere; perché ve ne restar morti parecchi, ch'agli altri fur di folle audacia specchi.

148 Quivi non era Federico allora, l'Issabetta, 'l buon Guido v'era, Francesco Maria, ne Leonora, che con cortese forza e non altiera avesse astretto a far seco dimora famoso guerrier più d'una sera; come fer gi

Spinoza dans la Bible est entré sans surprise; Mais, pendant qu'il y plonge, il se sent la main prise Dans le poignet de fer de la Nécessité! Le front calme,

MASTICA. Questo ventre è che te la porta. PROTODIDASCALO. Dunque bisogna invocar: «Iuno Lucina fer opem», che tu partorisca, o chiamar un lanista che ti squarti per cavarnela fuori? MASTICA. Anzi mantenermelo grasso e grosso, onto e bisonto. LAMPRIDIO. Mira che gran ventre che ha fatto!

1 Fra quanti amor, fra quante fede al mondo mai si trovar, fra quanti cor constanti, fra quante, o per dolente o per iocondo stato, fer prove mai famosi amanti; più tosto il primo loco ch'il secondo darò ad Olimpia: e se pur non va inanti, ben voglio dir che fra gli antiqui e nuovi maggior de l'amor suo non si ritruovi;

<<Chi e` costui che 'l nostro monte cerchia prima che morte li abbia dato il volo, e apre li occhi a sua voglia e coverchia?>>. <<Non so chi sia, ma so ch'e' non e` solo: domandal tu che piu` li t'avvicini, e dolcemente, si` che parli, acco'lo>>. Cosi` due spirti, l'uno a l'altro chini, ragionavan di me ivi a man dritta; poi fer li visi, per dirmi, supini;

Lo dir de l’una e de l’altra la vista mi fer voglioso di saper lor nomi, e dimanda ne fei con prieghi mista; per che lo spirto che di pria parlòmi ricominciò: «Tu vuo’ ch’io mi deduca nel fare a te ciò che tu far non vuo’mi. Ma da che Dio in te vuol che traluca tanto sua grazia, non ti sarò scarso; però sappi ch’io fui Guido del Duca.

due branche avea pilose insin l'ascelle; lo dosso e 'l petto e ambedue le coste dipinti avea di nodi e di rotelle. Con piu` color, sommesse e sovraposte non fer mai drappi Tartari ne' Turchi, ne' fuor tai tele per Aragne imposte. Come tal volta stanno a riva i burchi, che parte sono in acqua e parte in terra, e come la` tra li Tedeschi lurchi

L'antico sangue e l'opere leggiadre d'i miei maggior mi fer si` arrogante, che, non pensando a la comune madre, ogn'uomo ebbi in despetto tanto avante, ch'io ne mori', come i Sanesi sanno e sallo in Campagnatico ogne fante. Io sono Omberto; e non pur a me danno superbia fa, che' tutti miei consorti ha ella tratti seco nel malanno.