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Quel giorno medesimo partì dal Castello, come venne ordinato, sulla nave di Pirro Rumo, il capitano Alvarez per alla volta di Lecco: al principiare della notte partirono pure i capitani Porino, Polto e Bologna, ed in ora più avanzata Mattia Rizzo co' suoi cacciatori ed i soldati.

La divina giustizia di qua punge quell’ Attila che fu flagello in terra, e Pirro e Sesto; e in etterno munge le lagrime, che col bollor diserra, a Rinier da Corneto, a Rinier Pazzo, che fecero a le strade tanta guerra». Poi si rivolse e ripassossi ’l guazzo. Inferno · Canto XIII Non era ancor di l

La divina giustizia di qua punge quell’ Attila che fu flagello in terra, e Pirro e Sesto; e in etterno munge le lagrime, che col bollor diserra, a Rinier da Corneto, a Rinier Pazzo, che fecero a le strade tanta guerra». Poi si rivolse e ripassossi ’l guazzo. Inferno · Canto XIII Non era ancor di l

Elena fu moglie de' re Menelao di Grecia, la quale fu tolta per Paris figliuolo del re Priamo di Troia, per cui finalmente la detta terra per li Greci deserta rimase. ¶ Achille fu figliuolo de' re Peleo d'Atilia, detta Civita di Creti, il quale, essendo a Troia nell'oste de' Greci con certi compagni per fare alcuna pace della morte d'Ettore, da quei dentro fu falsamente fidato, dovendo torre Polisena figliuola de' re Priamo, di cui egli era vago, per moglie, e dare Andromaca, cioè la moglie ch'era stata d'Ettore, a Pirro suo figliuolo.

Preneste fu signora del Lazio sino al giorno in cui i Romani la sottomisero. Più tardi la si trova spesso menzionata nella storia; Pirro la conquistò e vi si arrestò prima di muovere contro Roma; maggiore importanza ebbe ai tempi di Silla, quando il giovane Mario cercò di sottometterla; e allorchè Silla divenne padrone della citt

Ed era pure il tempo della maggior potenza esterna di lor nazione; il tempo che gli Alessandriadi tenean regni dall'Illirio all'Indo. Taranto assalita dai romani ricorse al piú vicino di coloro; ad uno, se non de' piú potenti, certo de' piú prodi e piú ambiziosi, a Pirro re dell'Epiro.

Le bombarde delle batterie Ducali avevano frattanto diretto il loro fuoco contro i legni di Pirro Rumo, che inseguendo le fuggenti navi era pervenuto dall'altra parte a giusto tiro, ma quegli arditissimo ripostava avanzandosi gradatamente. Il Vestarino scorgendo la flotta del Medici accostarsi a terra, ne penetrò il divisamento, e per opporvisi ordinò fuoco continuo anche da quel lato.

Allo spuntar dell'alba seppe da un messo, che venuto per i sentieri dei monti aveva attraversato il lago in faccia a Mandello, che l'armata dell'Acursio, la quale partita il giorno antecedente da Monguzzo aveva accampato la notte a Civate, scendeva a marcia forzata contro Lecco: a tal avviso staccò immediatamente una squadra di cinque legni e la fece inoltrare verso Lecco. Il capitano Pirro Rumo, cui era stato dal Medici affidato il comando supremo delle quattro navi e delle altre barche che stavano nel porto di quel borgo, gi

Saba Malaspina, lib. 6, cap. 2. Per la chiesa di Cefalù Carlo ritenne i dritti del porto, a quella tolti dagli Svevi, come si legge in un diploma del 14 luglio 1266, tra' Mss. della Bibl. com. di Palermo Q. q. G. 12, pubblicato dal Pirro, Sic. sacra, tom. II, pag. 806. Lo stesso ritraesi per Catania, da un diploma del 10 settembre 1266. Pirro, Sic. sacra, tom. I, pag. 535.

La divina giustizia di qua punge Quell'Attila che fu fragello in terra E Pirro e Sesto: ed in eterno munge