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Oggi la bandiera francese sventola sulla torre pittoresca e nera di Civita Castellana, poichè questo è il punto estremo del Patrimonium Petri verso la Sabina, e l'occupa una guarnigione di truppe napoleoniche. Alcuni soldati francesi mi dipinsero come molto triste e noioso il loro soggiorno in quel luogo solitario e remoto; ed avevano veramente ragione di lamentarsi, perchè ivi è impossibile ripararsi contro l'inclemenza del sole, che dardeggia senza piet

Il suo immortale ditirambo: Ahi serva Italia di dolore ostello, ha avuto la sua significazione e giustificazione storica fino al nostro tempo, quando nel dicembre 1866 gli ultimi francesi si imbarcarono a Civita Vecchia.

E cardinali, e preti, e frati se v'era fra loro chi credesse a quello che le femminucce di Civita e di Nepi credevano, e quanti Romani cattolici trepidavano per le chiese e pei sacerdoti, debbono essersi tutti solennemente e irrevocabilmente ricreduti. Sentivano dire che i soldati italiani erano barbari, e non li hanno visti torcere un capello a un reverendo; ch'erano empi, e li hanno veduti affollarsi nelle chiese a baciare i piedi dei santi; ch'erano vandali, e li hanno visti pagare ogni cosa a soldi sonanti, e regalare le pagnotte ai frati; ch'erano licenziosi e insolenti, e hanno sentito dire dai popolani: Che rarit

La campagna si faceva sempre più bella, di mano in mano che si avanzava verso Civita Castellana. Si passò sulla via Flaminia proprio ai piedi del Soratte, ed io potei osservare per un bel pezzo di strada il paese, la torre medioevale e la chiesa sorgenti sulla sua sommit

Alle sei giungemmo a Civita Castellana. Il panorama di questo luogo meraviglioso è insuperabile, più bello ancora di quello di Veio. Il paese si leva su erte rocce rossastre, coperte da piante rampicanti, simili a mura naturali; ai suoi piedi scorre il fiume Treia. È ben fabbricato, ha molti ponti, uno dei quali somiglia al nuovo ponte dell'Ariccia, pur non essendo così grandioso. La valle, stretta e bellissima, formata dalle rupi che il Treia attraversa, è ricca di singolari vedute, tali da formare certo l'ammirazione di ogni pittore. La posizione di questa citt

Elena fu moglie de' re Menelao di Grecia, la quale fu tolta per Paris figliuolo del re Priamo di Troia, per cui finalmente la detta terra per li Greci deserta rimase. ¶ Achille fu figliuolo de' re Peleo d'Atilia, detta Civita di Creti, il quale, essendo a Troia nell'oste de' Greci con certi compagni per fare alcuna pace della morte d'Ettore, da quei dentro fu falsamente fidato, dovendo torre Polisena figliuola de' re Priamo, di cui egli era vago, per moglie, e dare Andromaca, cioè la moglie ch'era stata d'Ettore, a Pirro suo figliuolo.

Correvano, anche per Rignano e gli altri luoghi vicini, voci sull'irruzione di 200 napoletani, e di una banda reazionaria che, movendo da Corneto, si preparava a passare il fiume. Qualcuno assicurava anche di aver visto la truppa, e si temevano eccessi, come nel napoletano. Anche il mio vetturino si impensierì e decise di accorciare la tappa giornaliera, fermandosi a Civita Castellana.

Mentre nelle vie dei villaggi la buona gente tremava per la loro vita, essi, dalla finestra, assistevano tranquillamente al passaggio dei reggimenti, e molti non abborrivano dall'onorare d'un cortese saluto gli ufficiali a cavallo. Un solo frate mostrò d'aver paura dei soldati, e fu vicino a Civita.

Partito la mattina alle cinque da Civita Castellana, giunsi in poche ore a Borghetto, pittoresco castello sul fiume, oggi l'ultimo villaggio pontificio, sotto il quale il Tevere scorre in una larga e bella valle; gli sono vicini i monti della Sabina, e con essi molte localit

Qui certo fu la primitiva Faleria. Nel medio evo, quando i saraceni resero malsicuri questi dintorni (essi distrussero una volta anche l'abbazia di Farfa), l'antichissima Faleria, abbandonata fin allora, fu ripopolata, perchè fortemente situata su una piattaforma di rupi; così si formò Civita Castellana, sede di conti per molto tempo, e spesso nominata nella storia dei papi. Il terribile avversario di Gregorio VII, Guiberto di Ravenna, antipapa col nome di Clemente III, passò qui i suoi ultimi anni, e quivi morì. Anche Alessandro III vi finì i suoi giorni. Oggi questa ospitale e spaziosa citt