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Arrivammo, ch'era ancor notte, a Girona, dove re Amedeo, accolto, a quanto si dice, festosamente, pose una lapide nella casa abitata dal generale Alvarez durante il celebre assedio del 1809; attraversammo la citt

Conosco la mano del suo segretario Fernando Alvarez di Toledo; un Castigliano che non abbiamo ancor veduto alla nostra corte! Meglio così, dopo tutto; che io non lo vedrei di buon occhio. Mi lasci questo foglio? È commesso alla mia fede, signora. Questo posso giurare, che non andr

"Evviva loro! lascia, mio bravo guerillero, che ci vadano pure, gridò Alvarez Carazon prendendo gioiosamente la mano di Falco. A Monguzzo c'è Battista, buon soldato, sai tu, e furbo, che se ne ride del Moro di Marocco; a Lecco me ne andrò io, e voglio vuotare tanti bicchieri quante teste vedrò fracassarsi contro le barricate del ponte d'Adda: quando ci ha da... (ed alzò il braccio con stretto il pugno e il pollice teso accennando alla bocca) un Catalano porta sempre con se buona fortuna. Io sono stato anni sono in un paese di l

Il popolo argentino tiene immensamente all'apparenza. «Il nostro ideale non consiste nell'acquistare valore» ha scritto un uomo politico argentino, Agostino Alvarez «ma nell'acquistare importanza». È una caratteristica tutta spagnuola questa, di coprire fieramente con un bel mantello tutte le proprie macchie e le proprie miserie. Sempre negli scritti e nei discorsi traspare il pensiero: Che si direbbe all'estero se si sapesse che....? L'«estero» è per loro come l'opinione pubblica per un privato. Quanta gente non fa del male non perchè non ne avrebbe voglia, ma perchè ha paura che si sappia? Così gli argentini agirebbero forse meglio se sapessero di essere osservati. E a noi importer

Nato in Palermo il 3 marzo 1740, da un orefice di scarsa fortuna, fu messo a studiare nelle scuole gesuitiche; e vi apprese il latino, passando sette anni attorno alla grammatica del Padre Emmanuele Alvarez, anni che egli rimpianse argutamente nel suo poemetto La Fata galante. I Reali di Francia, i drammi del Metastasio, l'Orlando furioso dell'Ariosto svegliavano la sua fantasia; e l'istinto poetico del giovinetto cominciò a rivelarsi in componimenti di imitazione. La Fata galante, scritta a diciotto anni, è gi

Marcantonio può ritenersi come l'ultimo dei Colonna potenti: egli morì a Paliano nel 1584. Dopo di lui le cose cambiarono; i baroni cessarono di guerreggiare col papato ed i loro beni cominciarono ad assottigliarsi a poco a poco, per le vendite a cui furono costretti dai debiti. La gloria di Lepanto era costata loro ben cara; mi diceva Don Vincenzo Colonna, che Marcantonio contribuì a questa guerra con un milione, e che d'allora in poi la famiglia non si era mai più rialzata. Fin dal 1622 vendettero gli antichi possedimenti di Colonna e di Zagarolo, e nel 1630 dovettero vendere Palestrina, ora in possesso dei Barberini. La famiglia venne man mano declinando e per sempre: il ramo di Paliano esiste ancora; il suo capo attualmente è Giovanni Andrea, marito d'Isabella Alvarez di Toledo, ma si è trasferito da Roma a Napoli, residenza abituale dei Colonna. La maggior parte dei loro feudi è pure nel regno di Napoli, avendo Filippo III Colonna (morto nel 1818) posseduto col

Non ti sovviene, Alvarez, di quel giorno in cui trovandoci sulla spiaggia di Sorico sotto l'olmo dell'osteria a vuotarne una misura, egli ci venne e bevette con noi, e quando fummo per partirne, sbucciati non so quanti ribaldi volevano ammazzarci, e noi combattemmo contro di loro fattamente, che nacque un parapiglia per tutto il paese? allora non fu pel modo con cui questi seppe menare le mani, che noi rimasimo padroni del campo?"

"Non vuoi che men ricorda? m'ho ben presente come se il vedessi ancora, ch'ei maneggiava quel suo moschetto e il pugnale come il più bravo guerillas della Morena"; rispose con una voce fatta roca e strillante dal lungo uso di bevere e gridare Alvarez Carazon disertore Catalano, il più intrepido e spensierato uom d'armi che mai vi fosse, gran fidato del Pellicione, che aveva corso del mondo assai e navigato per fino alle nuove Indie allora recentemente scoperte, del qual viaggio, che s'aveva a que' tempi del maraviglioso, esso non menava altro vanto fuorchè d'aver quivi fatto macello di centinaia d'abitatori e rubate in gran copia verghe e polvere d'oro e d'argento.

Il severo Innocenzo VI fu il contrasto preciso di Clemente VI. Proscrisse ogni lusso dalla corte di Avignone, rimandò a Roma Cola di Rienzo, facendolo accompagnare dal cardinale Egidio Alvarez Albornoz, uno degli uomini di Stato e dei capitani più distinti che abbia avuto la Chiesa.

I nostri novellieri raccontano casi d'inquisitori, che assai di lieve componevansi a danari, le cose della fede adoperando giusto per ami da pescare; quanto a' frati avversi a Roma basti ricordare il Savonarola, il quale appunto uscì dall'ordine, ch'ebbe la inquisizione un tempo per retaggio privilegiato: pertanto instituivasi un'inquisizione romana. Come da Roma un leggi, ed eserciti si diramarono per l'universo; come a Roma tutto le vie del mondo misero capo alla fontana, dove i gladiatori, superstiti al circo, lavavano le ferite, e il ferro insanguinato, così ora da Roma non più aquile, ma avvolto avevano a dipartirsi per inviluppare le menti entro una rete di errore e di terrore. Ignazio loiolita, ed i suoi si precipitarono a sostenere l'opera di sangue col bramito di fiera. Furono eletti sei Cardinali presieduti dal Caraffa e dallo Alvarez inquisitori universali in materia di fede, con facolt