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Ne' suoi tre mesi di vita militare Vincenzo si era lasciata crescere la barba che, con quel pallore da moribondo, con quelle traccie di patimento sul volto, gli dava l'aria di un Nazzareno.

Il cortile degli aranci è posto a tramontana della cattedrale, e cinto d'un gran muro merlato. Nel mezzo sorge una fontana, circondata da un boschetto d'aranci, e da un lato, accanto al muro, un pulpito di marmo, ai piedi del quale narra la tradizione che predicasse san Vincenzo Ferrero.

Era quello della mia scuola? domandò Vincenzo che non poteva figurarsi quel ragazzo tanto lungo, seduto in una carriola da bimbo infermiccio.

Il signor Dogliani tremava tutto come côlto da brividi, e non rispondeva, e Vicenzino, mortificato da quel silenzio, vedendosi respinto, fece per andarsene. Ma Vincenzo gli riprese il braccio, poi accostando il volto a quello del padre e parlandogli sommessamente, gli disse: Siamo amici da anni, e mi ha reso dei servigi....

Su la scala, ove rotte hanno gemiti l'onde, Rosalinda vien meno tra le braccia a Silvandro. Disegno di VINCENZO CABIANCA. ROND

Era quello, rispose la Rosa. Lo avevano chiamato Vincenzo, come te, dal nome di vostro nonno. Come fu, come non fu, un bel giorno capitarono qui il signor Teodoro e la moglie, che non ci venivano mai, e presero il padrone alle strette, l

Don Vincenzo Liserio venne invitato a seguirci, e avendogli comunicato il motivo del nostro ritrovo ne rimase tanto sbalordito, che continuò per tutta la strada a trattenerci colle sue interrogazioni, colle sue sorprese, co' suoi fremiti e co' suoi applausi.

Aveva un ideale, un ideale serio e senza azzurro, ben differente dagli ideali fantastici dei fanciulli; un ideale prosaico da uomo venale: «Guadagnare ventimila lire». Vincenzo non amava il latino. Quella lingua morta non voleva entrargli nella testa. Appena usciva di classe sentiva il bisogno di darsi movimento, di gridare, di reagire in tutti i modi a quella quiete opprimente.

Pensi, don Vincenzo, disse una volta, a Milano la rivoluzione è durata cinque giorni, ed è quasi stata una festa, ma io che mi son trovato a Venezia, ed ho sofferto la fame per un anno!... E ai figli disse: Se sapeste che cosa voglia dire soffrire la fame, come sareste contenti della vita che fate, come godreste la vostra agiatezza e la vostra tranquillit

Ne parlarono a lungo, e Vincenzo, coll'ardore che metteva in ogni cosa, finì coll'innamorarsi della sua missione di cappellano, e gli ultimi giorni della sua vacanza apparve animato, eccitato, contento, e partì colla fantasia riscaldata, facendo giurare a Vicenzino di tenerlo informato di quanto si preparerebbe per la liberazione di Venezia, e di chiamarlo al primo sintomo di prossima guerra.