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Una sera che costui, addossato ad un davanzale di finestra contemplava malinconico tramonto, di sopra la sua testa, tra il merlato di una torricella, Cuno ed Alberada favellavano. Le loro parole non si udivano distinte, le pronunziavano tutte sul medesimo tuono. Ma Goccelino ne udì tanto che l'anima si senti lacerare e rivivere nei feroci affetti. Cuno, per compiutamente salvarla da suo fratello, raccontava alla fanciulla normanna la storia di Bertradina. Goccelino non proferì motto. La sera si addimostrò anzi lieto più del consueto e più facondo; al fratello, che immaginava gi

Io credetti che fosse una fortezza. Era il muro che cinge la moschea, un vecchio muro merlato, nel quale s'aprivano una volta venti grandi porte di bronzo, contornate di bellissimi rabeschi, e di finestrine arcate, rette da sottili colonne: coperto ora da un triplice strato di calce. Un giro intorno a quel muro di cinta è una passeggiatina da farsi dopo desinare: si giudichi della vastit

Il castello in gran parte più non esisteva, poichè la fronte dell'edifizio si vedeva restaurata colla pesante architettura di due secoli fa, e trasformata in un palazzotto; sola rimaneva tuttora in piedi la torre, con una tettoja sovrapposta allo spalto merlato; alcune delle vecchie finestre apparivano turate, altre erano munite di massiccie inferriate sporgenti; ma anche quella parte, fin allora la sola intatta dell'antico fabbricato, doveva essere in breve riattata, come lo indicava un impalcato di travi e d'assi costrutto da un fianco del terrazzo, poco al di sotto della finestra, donde stava a guardare la fanciulla.

Appena ebbe posto piede sul baluardo, e venne rischiarato per intero dal chiaro della luna che quivi batteva, Gabriele mirandolo attentamente s'avvide con istupore al suo vestimento che non era un soldato, altro uomo del Castello a lui noto: a tal vista immediatamente appiattossi traendosi tutto entro l'ombra fitta del rialzo merlato onde attendere e scoprire a che e con chi fosse quivi venuto quello straniero.

Da qui alla chiesa, che è entro un curioso edificio merlato, rettangolare, che ha tutto l'aspetto di un castello medioevale, ciò che mi fa ritenere per certo essere un avanzo di fortificazione della dominazione portoghese. Sul davanti è un rozzo porticato con pilastri. L'interno è diviso in tre navate, ed a circa met

No, perchè io mi credetti insozzata di codesto vostro amore, io, fidanzata di Roberto Guiscardo e figlia dei barone Giselberto Squassapostierle. Quella sera che, sul merlato delle torri di Cariati, credevate favellarmi dei perigli delle passioni inavvedute, quella sera, nel caldo del discorrere, il delirio vi dominò come adesso, e mi svelaste che mi amavate.

Sul punto di prendere tale deliberazione, scendo ancora una volta dentro di me e m'interrogo: Ho io fatto quanto stava nelle mie forze per non arrivare a questo? , tutto, tutto. Ho combattuto la ripugnanza che ora mi domina, quando appena tentava le vie del mio cuore; venti volte fissai i confini della mia sofferenza e venti volte li respinsi indietro. Sol che egli avesse fatto un passo verso di me, io ne avrei fatti dieci, e ci sarebbe stato forse possibile intenderci ancora. Ma non lo seppi smuovere dalla sua indolenza, non mi riuscì di farlo un istante venir fuori dal castello merlato della sua fatuit

Girando infatti sulla destra e oltrepassando un'incassatura fra rocce, ci si presenta distesa ai piedi di un catena di alture, Axum, le cui capanne riposano all'ombra di gruppi di tamarindi e tuje pendule. Nel mezzo, nascosto dalle fronde, appare come l'avanzo di un castello merlato, a nord-ovest l'obelisco fiancheggiato da un enorme sicomoro.

Fiera, sinistra, inebbriata di solitudine, esasperata dalla minaccia degli abissi, un'officina dal gran dorso merlato grondante di spavento azzurrognolo, sorge d'improvviso, a una curva dei binarî, scoppiando in molteplici risate d'oro!... Ridiamo, ridiamo, o mio cuore!... Non vedi? La fonderia ferve tutta d'un caldo sghignazzare nei suoi enormi forni che fiammeggiano! Orrore!

Il cortile degli aranci è posto a tramontana della cattedrale, e cinto d'un gran muro merlato. Nel mezzo sorge una fontana, circondata da un boschetto d'aranci, e da un lato, accanto al muro, un pulpito di marmo, ai piedi del quale narra la tradizione che predicasse san Vincenzo Ferrero.