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Per questo, era un superstizioso dell'amore. Se io lasciava un ventaglio, sovra una mensola, Nino Stresa lo prendeva, lo schiudeva, lo avvicinava al viso, continuava a tenerlo fra le mani, incapace di lasciarlo; se io perdevo un fiore dalla cintura, se mi toglievo un guanto, egli raccoglieva subito il fiore e rubava senz'altro il guanto.

LELIO. Non saria meglio prenderlo e tenerlo in buona custodia; e come è tornato nella sua forma, porlo in mano della giustizia e farlo castigare? CRICCA. No, ché il padrone stimarebbe che l'aviso fosse uscito da me, ed io ne portarei la penitenza che giá questa mattina me l'ha promessa. Non tanti consigli: avisate quei di casa che, volendo Guglielmo entrare in casa, lo scaccino quanto prima.

Il povero Pietro, balbettò Matteo ansando, sudando, cercando di sollevarlo e di tenerlo fermo. Ha le convulsioni! Diventa matto! Aiutami, Gioconda!... Evelina! Prendi dell'acqua! Dell'aceto! Una di quelle bottiglie di cognac che ho mandato dal Cova per il pranzo! Evelina corse a prendere la roba: Matteo e la Gioconda portarono Pietro sul canapé. Tienlo forte, Gioconda!

Natalia s'era fermata a guardare Raimondo; e di tratto in tratto rideva alle smorfie di lui che agitava le gambe senza posa come se volesse liberarsi dalle fasce. Le venne un capriccio. Voglio tenerlo in braccio! E strepitò per averlo. Raccolse tutta la sua forza per reggere il peso; e il suo volto divenne grave, come quando ella faceva da madre alla sua bambola. Ora io! gridò Maria.

Come?... Nora?... Non c'è?... È fuori anche stamattina? esclamò il Laner con un crescendo di stupore e di stizza ad ogni interrogazione. Egli sapeva bene che Evelina non avrebbe osato di tenerlo presso di , qualora Nora fosse stata in casa. È andata dalla Schönfeld. La Schönfeld! Ogni giorno la Schönfeld! gridò l'altro sempre più stizzito.

Ecco, signor conte, perchè l'amore di donna Livia per Federico rimase a tutti segreto. È naturale che il duca desiderasse tenerlo celato. Credo però che mille volte abbia maledetto Chiarofonte e la sua memoria. Chi gli avrebbe detto ch'egli era suo cugino? che aveva diritto di portare il di lui nome?

Qui un subbuglio di pensieri. Insinuarsi destramente nell'animo dell'amico, e cavargli di bocca dove teneva nascosto il tesoro? La cosa non sarebbe stata tanto difficile.... Ma poi?.... Doveva tenerlo certo nella sua camera, e in qualche altro luogo riposto.... Come penetrarvi, come avere il tempo d'operare? Correrebbe novantanove gradi di probabilit

Un omicciattolo corputo, tarchiato, volgare all'aspetto e al portamento, entrò subito nella camera del suo signore. Era il suo cameriere, e più che servo, consigliero e amico; il solo della casa che avesse licenza di penetrare negl'intimi appartamenti del padrone; e sapeva tenerlo codesto suo privilegio: era, se volete, il Mefistofele dell'Illustrissimo.

Ebbene, domanderò il brevetto d'invenzione, col privilegio di tenerlo a mio vantaggio per un decennio. Siamo intesi.... Ora ritorniamo alla tragedia, e dimmi francamente la tua opinione. Questa è la seconda parte... che non posso dire. Cattivo segno!... vedo che non ti piace. Ti prego di dispensarmi da un giudizio... io non so mentire... e temo che l'esser sincera mi faccia torto.

La duchessina si sentiva contenta; le bastava di aver domato il suo Mefistofele. Più forte e più abile delle altre donne che col Vharè avevano tutto perduto, anche l'onore, per vederlo poi, stanco e disonorato, Lalla, con una sola parola, con una lusinga vaga, indeterminata, lontanissima, riusciva, conservando il proprio equilibrio, a tenerlo legato dietro al carro del suo trionfo.