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Aggiornato: 23 maggio 2025
Egli avea ragione: nessuno più di lui era stato bersaglio di frizzi e barzellette, tanto che avea dovuto mandare in carcere i nobili Vincenzo di Pietro, Ugo delle Favare e Gaspare Palermo, sospetti di avergliene fatti. Ma il pubblico, che dovea saperlo, rinunziava alle trecent’onze e non faceva la spia a nessuno. In tempi più civili questo silenzio sarebbe stato chiamato omert
Bello, bello, esclamarono, peccato che sia finito! ma ce ne racconterai un altro, è vero? disse Giannina. Un'altra sera, ora sono stanca. Brava! esclamò don Vincenzo. È bello davvero, disse il professore. È una storia vera, disse Maria, non ho fatto che trascriverla. E aggiungervi un po' della vostra grazia e del vostro sentimento, soggiunse il Damiati.
Temo che Vicenzino si stanchi, rispose il signor Dogliani, e non sia poi in grado di venir domenica a Novara per la cerimonia; vogliamo esserci tutti; è una gran giornata domenica.... Vincenzo non rispose altro. Strinse forte la mano a tutti e due, e salì in fretta nel vagone. Vicenzino si rimetteva rapidamente.
Vicenzino fu puntuale come un innamorato, e da quel giorno i due fanciulli furono inseparabili. Vincenzo inventava ogni sorta di chiassate per quegli ultimi mesi che gli rimanevano di libert
Il professore s'era unito al crocchio dove c'era la signora Guerini, la quale diceva a Maria che avea appunto udito far i suoi elogi dal professore e da don Vincenzo, e invitava tutti ad una festa campestre, che dovea dare nel suo giardino il giorno dopo.
Mentre si avanzava verso di lui per consegnargliela, guardava la soprascritta e diceva, come se parlasse tra sè: Sembra la mano di Vincenzo; ma non può essere perchè non viene da Novara. Non viene neppure dalla posta; l'ha portata un contadino. Però quella lettera era proprio di Vincenzo.
Più volte, durante la sua convalescenza, Vincenzo tornò su quel discorso che riesciva penosissimo al suo compagno. Ma c'era tale giubilo nel cuore del malato, tanto ardore di giovanili speranze, che il pensiero della felicit
DE LORENZI Antonio TONNI Luigi SOPRANSI Fedele PIZZOTTI Francesco VILLATA Guido SOPRANSI Luigi BAZZETTA Giovanni REPOSSI Francesco RAGAZZI Giuseppe PELEGATTI Cesare CONDULMER Pietro Antonio PREDABISSI Francesco CISOTTI Giovanni Battista SCACCABAROZZI Cesare AUNA Giovanni Vincenzo LUINI Giuseppe, giudici.
Veniamo adesso agli studî storici. Esiste un dubbio se un gran poeta, diciamo Vincenzo Monti, fu battezzato il 15 sera o il 16 mattina. Tizio, sitibondo di verit
Ma è inutile metterne sulle guance... e nemmeno sugli occhi... e sul collo! Lalla aveva indovinato, da quei segni, i passaggi del naso di don Vincenzo, e una tale scoperta le fece molto piacere: quella donna, la inflessibile guardiana, ella ormai la teneva in sua balìa. Mi pare impossibile... Oh, anche a me pare impossibile, miss, ma è proprio vero!
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