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Aggiornato: 29 luglio 2025
Però in villa ci andiamo, non è vero, Maria? chiese colla sua grazietta Giannina, la bimba più piccola. In villa? disse Maria. Non è una villa la nostra, ma una povera casetta di campagna. Se Elisa raccontò ad Angiolina Merli che avevamo una bella villa, con un bel giardino!... Sempre le tue solite fanfaronate, disse Maria rivolgendosi con accento severo ad Elisa.
Questo no! proruppe Vittorio avvicinandosi a Maria, e saltandole al collo per abbracciarla. Cattivo professore! esclamò Giannina, seguendo l'esempio del fratello. È la storia di Maria, dissero Carlo ed Elisa, raggruppandosi tutti intorno alla sorella. Ha ragione, signor professore, è una vera eroina. Vediamo come la pensa Mario, disse Damiati, strappandogli la carta che stava scarabocchiando.
Tutti vollero accompagnarla alla stazione, e darle qualche ricordo: Vittorio le regalò un libro, Giannina le porse un mazzo di fiori, Mario le regalò un disegno che rappresentava tutta la famiglia Morandi in lagrime per la sua partenza. Essa era turbata e non trovava più parole per ringraziare. È troppo, è troppo, grazie, continuava a dire, quanto siete buoni!
Gustosissima la commedia musicale Giannina e Bernardone del Cimarosa, della quale nel 1784 si interessò personalmente il Caracciolo⁵⁴, e che con grave errore si è detto essere stata la prima volta eseguita nel 1787 in Napoli⁵⁵. ⁵⁴ Reali Dispacci, an. 1784, registro n. 1510, fogli 152-53 dell’Archivio di Stato di Palermo. Genova, 1903.
Era una giornata calda nel cuor dell'estate. Elisa e Giannina che frequentavano le scuole elementari, e Carlo che andava al ginnasio, dovevano far l'esame appunto in quel giorno, e Maria, ansiosa di saperne l'esito, andava ogni tanto alla finestra per vederli spuntare di lontano. Vennero prima le bambine contente, avevano risposto bene ed erano certo passate.
Rappresentavano il teatro delle scimmie, e le scimmie eravamo noi: Elisa che voleva imitare la signorina Guerini, Carlo il ragazzo Guerini, io la Maria, la Giannina volea imitar me; insomma tutti scimmie, e sopra scrisse: Impressioni della fiera. Veramente nel programma non c'era un cómpito di disegno, ma si rise e glielo hanno passato per buono.
Prenderai degli appunti, come ho fatto io stessa, e come desidero che facciano anche le mie sorelle; nella vita non si sa mai quello che può accadere, ed è una grande soddisfazione prevenire i mali che possono venire ad una persona di famiglia e saperli curar bene. Ma dimmi, una volta non c'erano questi microbi? chiese Giannina.
Bello, bello, esclamarono, peccato che sia finito! ma ce ne racconterai un altro, è vero? disse Giannina. Un'altra sera, ora sono stanca. Brava! esclamò don Vincenzo. È bello davvero, disse il professore. È una storia vera, disse Maria, non ho fatto che trascriverla. E aggiungervi un po' della vostra grazia e del vostro sentimento, soggiunse il Damiati.
Mario invece, nella sua sbadataggine, era capace di dimenticare a casa la merenda; meno male che Vittorio era sempre contento e Giannina divideva spesso il suo companatico colle compagne che portavano alla scuola pane solo.
Elisa non voleva essere così brutta, Giannina diceva che pareva una scimmia, e Angiolina diceva d'essere un mostro.
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