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Suonò mezzanotte. Non aveva che un'ora per vestirsi ed andare, un'ora sola. Lentamente, sedendosi ad ogni istante, abbattuta ad ogni istante da subitanei abbandoni, rialzata da impeti subitanei, senza guardarsi nello specchio, arrossendo nelle spalle nude, dal collo alla fronte, rabbrividendo come una febbricitante.

A queste parole Marzia s'era rialzata, e l'occhio suo scintillava nell'oscurit

Lo vedo sempre, esile, grazioso, elegante, coi piedini irrequieti, calzati da due microscopiche scarpette di pelle lustra, col cappellino di paglia di Firenze, dalla tesa rialzata, dai bianchi nastri svolazzanti. E la mamma! Come se ne teneva di quella creaturina! Quando qualcuno si soffermava a guardarla, la povera donna diventava rossa come una viola e sorrideva.

Marcantonio può ritenersi come l'ultimo dei Colonna potenti: egli morì a Paliano nel 1584. Dopo di lui le cose cambiarono; i baroni cessarono di guerreggiare col papato ed i loro beni cominciarono ad assottigliarsi a poco a poco, per le vendite a cui furono costretti dai debiti. La gloria di Lepanto era costata loro ben cara; mi diceva Don Vincenzo Colonna, che Marcantonio contribuì a questa guerra con un milione, e che d'allora in poi la famiglia non si era mai più rialzata. Fin dal 1622 vendettero gli antichi possedimenti di Colonna e di Zagarolo, e nel 1630 dovettero vendere Palestrina, ora in possesso dei Barberini. La famiglia venne man mano declinando e per sempre: il ramo di Paliano esiste ancora; il suo capo attualmente è Giovanni Andrea, marito d'Isabella Alvarez di Toledo, ma si è trasferito da Roma a Napoli, residenza abituale dei Colonna. La maggior parte dei loro feudi è pure nel regno di Napoli, avendo Filippo III Colonna (morto nel 1818) posseduto col

Rialzata un tratto in due punti sul dinanzi, quella sopravveste faceva uno sgonfio, fermato sugli angoli da mazzolini di fiori di lilla bianchi e violacei, con una rosetta di diamanti nel mezzo.

Si sentiva soffocare in quella stanza oscura e calda, temeva di cadere in deliquio; le conveniva alzarsi, vestirsi ed andare a passare le ore, solitaria dietro la tendina rialzata del suo balcone. Aveva lottato due mesi, aveva usato tutti i mezzi, aveva sprecato una inesauribile dose di pazienza, ma lo scopo si era allontanato sempre più.

Voi nol farete; non potete farlo: voi sapete che dall'esperimento escirebbe oggi ancora la vostra condanna, e la rovina de' vostri disegni. Tendenti a rovesciare la repubblica in Francia e vogliosi d'educare i vostri soldati a far fuoco sulla sua bandiera, voi non potete sottomettervi al rischio di vederla, per voto di popolo, rialzata fra noi. Deboli sino alla vilt

Non ha ancora ritratta la mano e non s’è rialzata ancóra, la figlia ha mutato attitudine, quando s’ode un passo alla soglia della porta destra, e appare Gherardo Ismera. Sembra ch’egli venga in cerca di qualcuno; e da prima non s’accorge della presenza di Costanza e di Mortella su la terrazza gi

Io, poi, vestito ordinariamente di tela, con un cappellaccio di sparto che ha la falda rialzata sulla nuca e tirata giù sul naso, con una mazza di nocciuolo, tagliata da me, e più lunga di quelle che usavano i Babilonesi (qui è utilissima per tener distanti i buoi e per mettere in fuga le serpi), non sono un figurino da far bella mostra in societ

Il terzo ricordo, fra quelli delle donne che egli aveva amate, era un ritratto, una fotografia grande, sbiadita, con una dedica i cui caratteri anche si erano scolorati. Rappresentava una donna di un ventotto anni, forse, dalla fisonomia capricciosa e seducente: certi grandi occhi con le ciglia molto lunghe: un nasino troppo piccolo: una bocca ridente: una massa di capelli bruni, ondulati. Era vestita in un costume bizzarro, da ballo mascherato, cioè trifoglio: aveva una gonnella un po' corta, di raso bianco, su cui era applicato un gran trifoglio di velluto nero: sul bustino di raso bianco, sul petto, era ricamato un trifoglio nero, di perline: e la gran collana di perle era rialzata, al collo, da un trifoglio di brillanti. Anche sui bei capelli ondulati, ella aveva un diadema di gemme e una specie di cappellino o di cappellone di velluto nero, a tre foglie, che ella portava come una cornice, come un'aureola. La dedica diceva: Charles, je t'adore Mimì. Il curioso signore, appunto, si chiamava Carlo, ed ella Mimì, un nome vero o falso, chi sa! Falsa senza altro, era la frase della dedica, giacchè Carlo, infatti, aveva adorato Mimì, ma Mimì non aveva adorato lui, amato, niente. Così, senza una ragione al mondo! Ella aveva avuto molti altri amanti, ad alcuni aveva voluto del bene, non era una creatura arida: ma a Carlo, pur dandosi, ella non aveva concesso nulla. Si era data per gentilezza, per compassione, per distrazione, per ozio, perchè, anche, era inutile negarsi, anche perchè Carlo era un amante generoso. Ma amore, Mimì, per Carlo, mai! Oh egli lo sapeva bene, a malgrado le pietose e scaltre menzogne di Mimì, che egli gittava invano la sua passione, la sua salute, il suo tempo, il suo denaro: la donna si dava, ma egli non era amato. Tante volte, glielo diceva, a Mimì: le chiedeva, perchè essa non potesse volergli bene, un poco volergli bene d'amore, naturalmente. Ella si rattristava, perchè era buonina: rispondeva, senza aver il coraggio di mentire: non so. Un sacrifizio costante, una fedelt