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Il Mandello stimò bene di non rispondere, e lasciare che tutto evaporasse il furore del Lautrec.

I Milanesi condotti dal Palavicino e dal Mandello tornarono in citt

Ma il Palavicino non s'accorgeva di nulla; la condizione dell'animo suo era tale, da non permetterle d'aver più una sensazione del mondo esterno. D'improvviso rallentò il passo, pareva fosse incerto della via per dove avesse a prendere; fu due o tre volte per ritornare al palazzo del conte Mandello, ma l'idea che doveva fermarvisi tante ore per aspettarlo, lo fece risolvere diversamente.

L'amore e l'odio, spinti ambidue all'estremo lor punto, erano le passioni alterne dell'esistenza del Lautrec, il quale dal conte Mandello avrebbe sopportata non so che offesa, per ciò solo ch'esso rendeva qualche immagine del suo cugino Gastone, ch'egli avea amato quanto si può amare un uomo, che gi

Ma sta a vedere ch'io vorrò alterare un sistema di quieto vivere, nel quale durai tanta fatica ad adagiarmi, perchè la contessa Clelia ha i figli biondi?... Qui il Mandello si tacque, come uno che sta richiamandosi in mente qualche cosa, poi ghignando d'un fare tutto suo.

Tutt'altro, avevo desiderio di osservare a lume di sole questi bellissimi luoghi, e perciò vi ho preceduto; ecco tutto. Quand'è così va benissimo; e il gentiluomo abbandonato il Mandello, andò ad unirsi alla folla che ristagnando alla porta del palazzo Contarini, tumultuava per entrare.

Il giovine Medici, giunto co' suoi presso le case di Mandello, si scontrò in varii soldati Ducali che, discesi pei primi dalle navi, venivano disordinatamente per trovare rifugio; non potendoli evitare, piombò loro addosso e ne fece macello.

A questo punto, uno dei tre ufficiali francesi che avevano accompagnato il Palavicino a Reggio, e che nel primo incontro dei due amici s'eran fermati sull'uscio della camera, si fece innanzi e voltosi al conte Galeazzo Mandello: Signore, gli disse in francese, credo inutile il parlarvi della vostra fede di cavaliere; ma vorrei sollecitarvi a consegnare a noi tre, che ne abbiamo espresso mandato dal governatore Lautrec, il fanciullo Armando, e a fare quello che avete promesso nella vostra lettera.

La testa dell'uom di camera scomparve dalla finestra. Due scudieri intanto condussero fuori a mano il cavallo in gran bardatura. Il conte Mandello e il servo di lui, si guardarono in volto: temevano che da un momento all'altro fosse per succedere un contrattempo, e irrequieti davan di volta col cavallo pel cortile.

Io non c'entro, cari miei, rispose a tali parole il conte, e colta l'occasione, volgendosi al Palavicino che veniva in coda agli altri senza far motto e non osservato: egli è quest'uomo, soggiunse, che ha da parlare con voi, non io. Tutti si volsero a guardare il nuovo personaggio che il Mandello additò; l'aspettazione e l'impazienza era dipinta sui volti.