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Era un'invernata delle più rigide e perverse: intenso oltre modo durava il freddo, il cielo mostravasi sempre coperto da fosche nebbie, tutto il piano ed i monti biancheggiavano per alte nevi che frequentissime cadevano e venivano congelate al suolo dai gelidi soffii settentrionali. Sembrava non dovere esservi tempo che meno di quello fosse propizio all'armeggiare, più indicato al riposo delle truppe negli alloggiamenti, pure Lodovico Vestarino, sia che avesse sentore che all'aprirsi della stagione giungere dovevano rinforzi di bande tedesche al Castellano, sia che non potesse per altre cause frapporre indugio all'incominciamento delle ostilit

Ma per la spada di san Michele! s'egli ha risoluto di riscaldarsi al fuoco della nostra polvere, può essere che si scotti la pelle in modo da sentirne il bruciore per lungo tempo". Così esclamò con irata voce il Pellicione, acuminandosi i mustacchi all'udire la relazione delle disposizioni guerresche del Vestarino che uno spione venuto da Como andava facendo alla presenza di Gian Giacomo e degli altri Capitani nella sala d'armi del forte più elevato del Castello di Musso.

Trovavasi allora in Milano Lodovico Vestarino, capitano rinomatissimo che aveva battagliato a lungo al soldo dei Veneziani e degli Svizzeri, e s'aveva quindi acquistata somma perizia nei combattimenti navali e nelle guerre pei monti: nessun altro parve al Duca ed al De-Leyva più adatto ad aversi il comando dell'esercito destinato ad agire contro Gian Giacomo Medici. Chiamato a Corte ed affidato a lui l'incarico di quella guerra, prese sotto i suoi ordini numerose colonne d'uomini d'armi; ne mandò notizia alla Lega Grisa; e poco dopo la met

"Questo maladetto Vestarino vuole adunque farci a forza mettere i piedi nella neve? È veramente stanco dello starsi ad abbruciar legna sui focolari di Como? Quanta baldanza perchè glie n'è andata una bene!

Tutto fu allestito in Musso colla massima secretezza, e l'avviso ai soldati di partire sul far del giorno venne dato da Gian Giacomo Medici quella sera stessa che il Vestarino lo diede in Bellaggio alle sue squadre, il che egli seppe per mezzo d'avvedutissimi esploratori col

Il Vestarino aveva il giorno antecedente avuta notizia per mezzo di sue spie che la flotta del Medici uscita da Musso s'avanzava verso Bellaggio, per lo che egli, che s'era prefisso d'evitare ogni pugna navale, non avendo potuto a causa della nebbia vedere la direzione presa dalla maggior parte della flotta all'altura di Varenna, s'era ritirato colle proprie navi dietro la punta di Lavedo gi

Gian Giacomo aveva fatto disporre un sontuoso pranzo, al quale sedettero oltre gli Ambasciatori Ducali anche il Generale Lodovico Vestarino, cui egli mandò cortese invito al campo di Musso.

Trascorse pressochè interamente il febbraio senza che giungesse avviso al Castello d'alcun movimento nemico, talchè sembrava che tanto il Vestarino quanto i Capi della Lega Grisa fossero accordati nell'attendere che al Medici pervenissero gli aspettati soccorsi pria di nuovamente cimentarsi con lui. Il Castellano nel frattempo adoperava ogni mezzo per raccorre soldati dalle tre vicine pievi e dai dintorni, ma l'opera sua e quella de' suoi capitani poco profittava, poichè era gi

Quegli che l'ha consegnata a me, ha l'incarico di riportarne a Milano la risposta, onde se le piace trasmettermela faccia innalzare una bandiera bianca sul muro alla seconda Rocca, e spedirò un soldato a prenderla a piedi del baluardo. Dal campo di Musso questo giorno 25 marzo 1532. Lodovico Vestarino".

Il Vestarino, lieto fuor di misura pel felice successo della sua prima intrapresa, ne mandò le novelle alla Corte di Milano, la quale fu tanto più contenta e paga di tale evento, in quanto che lo stimava di decisiva importanza, poichè le dava per prigioniero un fratello stesso del formidabile Castellano, l'avere il quale poteva esserle mezzo d'assicurare il progetto d'una pace più vantaggiosa. Il Vestarino, lasciata met