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Io vidi certo, e ancor par ch’io ’l veggia, un busto sanza capo andar come andavan li altri de la trista greggia; e ’l capo tronco tenea per le chiome, pesol con mano a guisa di lanterna: e quel mirava noi e dicea: «Oh me!». Di facea a stesso lucerna, ed eran due in uno e uno in due; com’ esser può, quei sa che governa.

Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura d’i tuoi gentili, e cura lor magagne; e vedrai Santafior com’ è oscura! Vieni a veder la tua Roma che piagne vedova e sola, e e notte chiama: «Cesare mio, perché non m’accompagne?». Vieni a veder la gente quanto s’ama! e se nulla di noi piet

Di contr’ a Pietro vedi sedere Anna, tanto contenta di mirar sua figlia, che non move occhio per cantare osanna; e contro al maggior padre di famiglia siede Lucia, che mosse la tua donna quando chinavi, a rovinar, le ciglia. Ma perché ’l tempo fugge che t’assonna, qui farem punto, come buon sartore che com’ elli ha del panno fa la gonna;

Diplomi de' 24 marzo e 24 settembre 1267. Breve del 13 dicembre 1274. Nei Mss. della Bibl. com. di Palermo Q. q. H. 4, fog. 83, 85, 91.

Non fate com’ agnel che lascia il latte de la sua madre, e semplice e lascivo seco medesmo a suo piacer combatte!». Così Beatrice a me com’ ïo scrivo; poi si rivolse tutta disïante a quella parte ove ’l mondo è più vivo. Lo suo tacere e ’l trasmutar sembiante puoser silenzio al mio cupido ingegno, che gi

Però parla con esse e odi e credi; ché la verace luce che le appaga da non lascia lor torcer li piedi». E io a l’ombra che parea più vaga di ragionar, drizza’mi, e cominciai, quasi com’ uom cui troppa voglia smaga: «O ben creato spirito, che a’ rai di vita etterna la dolcezza senti che, non gustata, non s’intende mai,

Com’ io nel quinto giro fui dischiuso, vidi gente per esso che piangea, giacendo a terra tutta volta in giuso. ‘Adhaesit pavimento anima mea’ sentia dir lor con alti sospiri, che la parola a pena s’intendea. «O eletti di Dio, li cui soffriri e giustizia e speranza fa men duri, drizzate noi verso li alti saliri».

Prima, cantando, a sua nota moviensi; poi, diventando l’un di questi segni, un poco s’arrestavano e taciensi. O diva Pegasëa che li ’ngegni fai glorïosi e rendili longevi, ed essi teco le cittadi e ’ regni, illustrami di te, ch’io rilevi le lor figure com’ io l’ho concette: paia tua possa in questi versi brevi!

Diploma del 14 luglio 1266, dall'archivio della chiesa di Cefalù, tra i Mss. della Bibl. com. di Palermo Q. q. Diploma di Carlo I dato il 13 giugno 1270, nel quale si comanda una inquisizione per le concessioni di Federigo dopo la sua deposizione, di Corrado, e di Manfredi. Dal r. archivio di Napoli, Papon, Hist. gen. de Provence, tom. III, Docum. 8. Gio. Villani, lib. 7, cap. 30.

Com’ ei parlava, e Sordello a il trasse dicendo: «Vedi l