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XV, e che non ebbero chi si desse a raccoglierle prima del decimonono; furon messe insieme e variamente ordinate dal poeta Gio. Battista De Almeida-Garrett, da Teofilo Braga e da altri: io tenni per testi: BELLERMANN, Portugiesische Volkslieder und Romanzen, Leipzig, Engelmann, 1864, ed HARDUNG, Romanceiro portuguez, Leipzig, Brockaus, 1887.

III, pag. 763; ed altri che lungo sarebbe a noverare, or più or meno esatti. D'Esclot, Montaner, Neocastro, Speciale nei luoghi citati. Nangis, vita di Filippo l'Ardito, in Duchesne, H. Fr. S., tom. V, pag. 541. Breve di papa Martino, in Raynald, Ann. ecc., 1283, §. 8. Gio. Villani, lib. 7, cap. 86. Saba Malaspina, cont., pag. 386. Ibidem, pag. 389, 390. Bart. de Neocastro, cap. 55, 56. Nic.

Ave rex Judeorum, et dabant ei alapam; ave rex Judeorum, et dabant ei alapam. Gio. Villani, lib. 7, cap. 63. Docum. Saba Malaspina, cont., pag. 361, Villani, Giachetto Malespini, e la Cron. della cospirazione nei luoghi citati. Raynald, Ann. ecc. 1282, §. 20. La bolla è data d'Orvieto a 4 giugno 1282. Capitoli del regno di Napoli, 10 giugno 1282. Post corruptionis amara discrimina, pag. 26 e seg.

Ed eccovi, per semplice passatempo, la descrizione classica dell'Invidia, fatta da Ovidio nel Libro II delle sue Metamorfosi. Prima quella in latino dello stesso Ovidio: poi daremo la egregia versione in italiano, di Gio. Ant.

Costei Massa lasciò, lasciò Carrara, E venne pronta ne la Rodia terra Presso il figlio Eritreo, di cui ben chiara Fama trascorse o fosse in pace, o 'n guerra. Visse ei così, ch'a farsi eterno impara, S'altri l'imita; al fin sen gìo sotterra, Lasciando a' Malaspini alme ghirlande, Progenie sua, che a Val di Macra è grande.

I, pag. 407. Nic. Speciale, lib. 1, cap. 7. Saba Malaspina, cont., pag. 372. Gio. Villani, lib. 7, cap. . Giachetto Malespini, cap. 211; i quali due trascrivono il principio della canzone: Deh com'egli è gran pietate Delle donne di Messina, Veggendole scapigliate Portando pietre e calcina. Iddio gli dea briga e travaglia A chi Messina vuol guastare, ec.

«O duca mio, la vïolenta morte che non li è vendicata ancor», diss’ io, «per alcun che de l’onta sia consorte, fece lui disdegnoso; ond’ el sen gio sanza parlarmi, com’ ïo estimo: e in ciò m’ha el fatto a più pio». Così parlammo infino al loco primo che de lo scoglio l’altra valle mostra, se più lume vi fosse, tutto ad imo.

Ma resta in dubbio se tutti quegli armamenti, dei quali non è espresso lo scopo, fosser volti alla impresa di Siria, o se parte si volea serbare alla custodia di Sicilia e di Puglia; su di che veggasi il seguito di questo medesimo capitolo. Ricordano Malespini, cap. 204. Gio. Villani, lib. 7, cap. 54. Cronaca sic. della cospirazione di Procida, in di Gregorio, Bibl. arag. tom. I, pag. 254.

Saba Malasplna, cont., pag. 358. Nic. Speciale, lib. 1, cap. 4. La uccisione progressiva de' Francesi è anche riferita dal Montaner, cap. 43. Bart. de Neocastro, cap. 15. Gio. Villani, lib. 7, cap. 61. È pubblicata questa epistola dall'Anon. chron. sic., pag. 147 a 149, nella Bibl. arag. del Gregorio, tom. II; dal Lünig, Codex Italiæ diplomaticus, tom.

Giachetto Malespini, cap. 222. Gio. Villani, lib. 7, cap. 93. Memoriale de' podest