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Successivamente essendosi messa alle voci la nomina dei deputati, dallo scrutinio delle schede risultarono nominati i Senatori conti GUICCIARDI, CASTIGLIONI e TESTI, il quale ultimo si è scusato a motivo dell'attuale sua malattia d'occhi. Milano, dal palazzo del Senato 17 aprile 1814. Firmati come sopra.

Io Lasciamo la critica dei testi, vedo che è poco nelle tue grazie. Non vorrai però negare che ci sono altre importantissime bisogne filologiche, volte ad assodare, come dicono ora, le minime verit

Conte Senatore Testi, incaricato del portafoglio delle relazioni estere, rilasciare credenziali nelle solite forme, si è supplito colla qui unita lettera di credito per il signor Principe di Metternich, ministro di Stato di S. M. l'Imperatore d'Austria, Re d'Ungheria e di Boemia; i signori deputati si recheranno in Mantova per ricevere da S. A. I. il Principe Viceré i necessari passaporti e lettere di credito presso gli altri sovrani alleati.

Il pazzo stava immobile accanto ad una finestra e sembrava non addarsi di nulla, della tempesta che incalzava di fuori, del tramestìo di allegrezza e di spavento che regnava dentro la sala. Lo spavento era del monaco, che biascicava testi latini ad ogni guizzo di lampo; l’allegrezza era dei famigli, che cioncavano alla sua salute e gli davano la baia.

Il conte Testi si scusò di non poter presentarsi a tale onorifico incarco, per la sua manifesta malattia d'occhi. Il conte Guicciardi soggiunse, che se ammettevano scuse egli era il primo a proporre le sue, perché ognuno conosce le fisiche indisposizioni che soffre, non che il danno nell'allontanarsi da una famiglia di 14 figli. Alle rispettive deduzioni credette d'imporre silenzio il conte Presidente, col pronunziare che la seduta era sciolta; rispose alcuno che era in sua facolt

La risposta è molto filosofica. Ce n'è però una molto piú semplice. La filologia è e dev'essere, piú meno, quello che è stato nei grandi periodi classici. Deve preparare edizioni corrette, e vicine, il piú possibile, al testo originario: deve intorno ai testi raccogliere, con la maggior sobriet

Lo enimma dato da Sansone ai Filistei, diceva: «dal divoratore uscì il cibo, dalla forza venne la dolcezza»; ed accennava allo avere egli trovato un favo di mele nella bocca del lione morto. Giudici, C. IV. Or di tante grandezze appena resta Viva la rimembranza; e mentre insulta Al valor morto, alla virtù sepulta, Te barbaro rigor preme, e calpesta. TESTI, A Roma

per il notaio mandò a prendere due fogli di carta bollata, e Giusto volle pagarli senza aspettare il conto; si chiamò l'oste, il quale chiamò il cuoco, il cameriere e lo sguattero, tutti testi idonei maschi e d'et

⁷⁷ Al ritardo dello sviluppo delle mediche discipline vollero forse alludere i nostri Dottori quando appoggiandosi a testi biblici, dissero: che sino al patriarca Isacco nessun uomo si accorse di avvicinarsi alla morte per indebolimento delle sue forze naturali; che sino al patriarca Giacobbe nissun uomo si ammalò prima di morire; e che sino al profeta Eliseo, nissun uomo guarì di una malattia precedente a quella a cui dovette soccombere.

Ed io, o signori del Tribunale, mentre affermo e sostengo che in tutto questo che ci è passato innanzi agli occhi manca in ultima ipotesi il materiale del reato, vi soggiungo e dimostro con la lettura che ho fatto dei testi di legge e delle loro interpretazioni più sicure, che non poteva nemmeno, ove diversa fosse l'ipotesi del Pubblico Ministero, che non poteva nemmeno, questa sostanza, essere di dominio, di competenza di una azione e di una persecuzione giudiziaria.