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Da Corfinium quante prospettive storiche si presentano alla mente del viaggiatore! Quinto Silio, Ovidio, Celestino, Cola di Rienzo. E dovunque, davvero, in Italia, in questi paradisi naturali che da una bellezza conducono ad una bellezza più grande, dovunque troviamo vive e fresche le fonti della storia! Da ogni lato balzano figure del mito e della storia più ricca e più grande del mondo!

Un'altra figura storica, lontana da quella di Ovidio, come la notte dal giorno, come può esserlo un ascetico santo da un sereno pagano, ci apparisce dietro Sulmona, e riempie delle fantastiche memorie medioevali l'azzurro leggermente nevoso della Maiella. Da quelle grotte un timido montanaro eremita fu sbalzato d'un tratto sul trono pontificio: Celestino V, predecessore di Bonifacio. In S. Maria di Collemaggio presso Aquila, dove egli fu condotto da re Carlo di Napoli per esservi incoronato, egli giace sepolto; ed io visitai l

Polvere pei gonzi. Passiamo ai poeti ed ai prosatori del Lazio. Non è più tempo che io vi dissimuli la mia predilezione per Catullo e per Ovidio, sebbene, ogniqualvolta mi occorse fare delle citazioni, dalla mia penna sgorgassero di preferenza i nomi di Virgilio e di Orazio.

Ma, laggiù, da un colle si staccano cupe masse di case, e le torri di una cattedrale: è Sulmona; e la figura del sereno poeta delle Metamorfosi e delle Eroidi, poi esule infelice, ci si presenta: Ovidio fu proprio l'uomo creato per fare le più profonde riflessioni sull'instabilit

Sermona niun'altra cosa pianse lungamente, se non che l'isola di Ponto tenga in certo luogo il suo Ovidio; e cosí di Cassio Parma si rallegra tenendolo. Cerca tu adunque di volere essere del tuo Dante guardiana; raddomandalo; mostra questa umanitá, presupposto che tu non abbi voglia di riaverlo; togli a te medesima con questa fizione parte del biasimo per adietro acquistato. Raddomandalo.

Poi che la voce fu restata e queta, vidi quattro grand’ ombre a noi venire: sembianz’ avevan trista lieta. Lo buon maestro cominciò a dire: «Mira colui con quella spada in mano, che vien dinanzi ai tre come sire: quelli è Omero poeta sovrano; l’altro è Orazio satiro che vene; Ovidio è ’l terzo, e l’ultimo Lucano.

E quei che ben cognobbe le meschine Della reina dello eterno pianto Mi disse: guarda le feroci ErineSecondo quello che per Ovidio e per gli altri poeti favoleggiando si tratta, la reina dello eterno pianto, la luna s'intende, riducendola nel nome di colei che Dite prese nell'isola di Cicilia cogliendo suoi fiori, la quale Proserpina si chiama.

E sarebbe? Ovidio, nelle libro ottavo delle sue Metamorfosi. C'è l'episodio di Filemone e Bauci, due sposini invecchiati l'uno accanto all'altro nella loro capanna, che poi fu tramutata dagli Dèi in un tempio di marmo e d'oro; ed essi continuarono ad amarsi, essendone i sacerdoti; ed ottennero di poter morire insieme, tramutati in due piante, un tiglio e una quercia, sul limitare del tempio.

Taccia di Cadmo e d'Aretusa Ovidio; che' se quello in serpente e quella in fonte converte poetando, io non lo 'nvidio; che' due nature mai a fronte a fronte non trasmuto` si` ch'amendue le forme a cambiar lor matera fosser pronte. Insieme si rispuosero a tai norme, che 'l serpente la coda in forca fesse, e il feruto ristrinse insieme l'orme.

Sembrava più alta. Ella poteva dire dell'amore ciò che Ovidio aveva detto dell'ispirazione: un Dio è in noi; al suo soffio bruciamo est deus in nobis, flavente calescimus illo! A questo zenit del parossismo del vaneggiamento, o piuttosto dell'introspezione, ella ebbe come una scossa e saltò impiedi. Adriano entrava.