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Poi che la voce fu restata e queta, vidi quattro grand’ ombre a noi venire: sembianz’ avevan trista lieta. Lo buon maestro cominciò a dire: «Mira colui con quella spada in mano, che vien dinanzi ai tre come sire: quelli è Omero poeta sovrano; l’altro è Orazio satiro che vene; Ovidio è ’l terzo, e l’ultimo Lucano.

Lo trafitto ’l mirò, ma nulla disse; anzi, co’ piè fermati, sbadigliava pur come sonno o febbre l’assalisse. Elli ’l serpente e quei lui riguardava; l’un per la piaga e l’altro per la bocca fummavan forte, e ’l fummo si scontrava. Taccia Lucano ormai l

Lo trafitto 'l miro`, ma nulla disse; anzi, co' pie` fermati, sbadigliava pur come sonno o febbre l'assalisse. Elli 'l serpente, e quei lui riguardava; l'un per la piaga, e l'altro per la bocca fummavan forte, e 'l fummo si scontrava. Taccia Lucano ormai la` dove tocca del misero Sabello e di Nasidio, e attenda a udir quel ch'or si scocca.

Garibaldi riunì la sua piccola brigata il 4 maggio, dalle 6 alle 8 di sera, in piazza del Popolo; era composta in tutto di duemila duecento uomini, la passò in rivista, ed uscito tacitamente da Porta del Popolo, s'incamminò per Ponte Molle, facendo le viste di marciare a Palo; poi voltò a un tratto per la Prenestina, e dopo una marcia notturna pei Monti Tiburtini faticosissima, ma silenziosa ed ordinata, arrivò all'indomani a Tivoli dove si accampò sulle sponde dell'Aniene, occupando cogli avamposti il ponte Lucano a circa sei chilometri sotto Tivoli.

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Come Lucano egli poteva esclamare: Tuumque nomen, libertas, et inanem prosequar umbram; come lui sognatore nobile e fedele ai suoi principii.

=Cadini di S. Lucano= m. 2840. Il gruppo dei Cadini appartiene alla serie ancora abbastanza numerosa di montagne completamente italiane, che sono dai nostri alpinisti quasi del tutto trascurate. I Cadini sorgono a sud delle Tre Cime di Lavaredo, a est di Misurina, eccellente punto di partenza per la loro salita.

Poi che la voce fu restata e queta, vidi quattro grand’ ombre a noi venire: sembianz’ avevan trista lieta. Lo buon maestro cominciò a dire: «Mira colui con quella spada in mano, che vien dinanzi ai tre come sire: quelli è Omero poeta sovrano; l’altro è Orazio satiro che vene; Ovidio è ’l terzo, e l’ultimo Lucano.

Poi che la voce fu restata e queta, vidi quattro grand'ombre a noi venire: sembianz'avevan ne' trista ne' lieta. Lo buon maestro comincio` a dire: <<Mira colui con quella spada in mano, che vien dinanzi ai tre si` come sire: quelli e` Omero poeta sovrano; l'altro e` Orazio satiro che vene; Ovidio e` 'l terzo, e l'ultimo Lucano.

Lo trafitto ’l mirò, ma nulla disse; anzi, co’ piè fermati, sbadigliava pur come sonno o febbre l’assalisse. Elli ’l serpente e quei lui riguardava; l’un per la piaga e l’altro per la bocca fummavan forte, e ’l fummo si scontrava. Taccia Lucano ormai l