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Sembrava più alta. Ella poteva dire dell'amore ciò che Ovidio aveva detto dell'ispirazione: un Dio è in noi; al suo soffio bruciamo est deus in nobis, flavente calescimus illo! A questo zenit del parossismo del vaneggiamento, o piuttosto dell'introspezione, ella ebbe come una scossa e saltò impiedi. Adriano entrava.

Di qui le antiche favole sulla quasi divina origine de' poeti, e gli antichi pregiudizi sui miracoli loro, e l'«est deus in nobis». Di qui il piú vero dettato di tutti i filosofi: che i poeti fanno classe a parte, e non sono cittadini di una sola societá ma dell'intero universo. savio terrei chi nelle dispute letterarie introducesse i rancori e le rivalitá nazionali.

E le due vecchiette, inginocchiate a' suoi piedi, vicine vicine, come per dar più forza alla loro preghiera, come per unire in uno solo il loro fervore e il grande affetto per il loro Pierino, balbettavano colla voce fioca, tremante, rotta dalle lacrime: Ora pro nobis.... Ora pro nobis....

Non nobis ella doveva soggiungere; non nobis. Il protagonista del suo romanzo ideale giganteggiava per modo che il suo occhio non riusciva ad afferrarne i contorni; il gran quadro si spezzava in cento quadretti di genere ove si movevano piccole figure subalterne illuminate solo da una luce riflessa.

Accipimus literas Ex. V. quas nobis redidit Cassanus Azanus lator præsentium, ex quibus intelleximus quæcumque Ex.

Don Gregorio alzò gli occhi al cielo e pregò in silenzio; intanto dalla chiesetta, più chiaro, più lento, usciva l'inno dei credenti: Sancta Maria Sancta Dei Genitrix Sancta Virgo Virginum Ora pro nobis. Pregate ancora, pregate sempre per me!... La preghiera più bella, la preghiera più accetta è il tuo dolore. Piangi, figliuola mia, le lacrime sono la preghiera del cuore.

Sane Reverendus in Cristo pater Dominus G. Sabinensis Episcopus Apostolice Sedis legatus, provida nuper ordinacione decrevit quod super exactionem decimarum omnium fructuum reddituum et provetuum Ecclesiarum quarumlibet existencium in decreta vobis provincia, duorum annorum videlicet, per universos prelatos et Clericos Regni Sicilie citra farum domino patri nostro et nobis gratanter in ipsius legati presencia commissarum, ec.

Quam profuit nobis ista fabella Christi. La Chiesa da prima fu pagana per arte volendo che in certa guisa i gentili si trovassero ad avere mutato religione quasi senza accorgersene; poi nei gusti, nelle usanze, e perfino nel linguaggio del paganesimo si mantennero per vaghezza d'imitazione, e per conformit

Et pro majore reputatione rerum nostrarum, ac pro accendendo magis excellentiam suam, commemorabis et foedus et ligam nostram cum serenissimo domino rege Ferdinando Sicilie, etc., pro defensione statuum nostrorum contra dictum Ottomanum, tangendo etiam ad propositum tuum, quod non deficient etiam nobis favores summis patris nostri et aliorum potentatum Italiae, et hoc pro sicuritate sua, cum omnibus minitetur draco iste et insatiabilis serpens fidei fractor et dominorum eversor.

E risovvenendomi che il capitano, come presupposto gentiluomo, avrebbe dovuto saperne di latino, lo tentai con maccaronica frase: Monaci illi, censeo, dabunt nobis panem, caseum, vinumque. A cui quegli di botto: Bonum! fames nostra est magna. Mi confortai che in fatto di latinit