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E poichè la piccina insisteva, Peg disse che andrebbe a domandarlo a suo fratello. Tornò pochi minuti dopo, accompagnata da un giovane lungo e timido, che venne presentato a Nancy col nome di George.

Questa educazione morale, sulla quale torneremo or ora, è un mezzo di riuscita molto più sicuro che non il rimedio fisico adoperato da un timido degno di passare alla storia. Costui ricorreva... alla cocaina. Siccome la cocaina ha la virtù di rendere l'occhio momentaneamente immobile, così egli ne prendeva una buona dose per poter guardare in faccia i proprî interlocutori e non esserne sgominato!

Sono stato sempre timido e per ciò, allora e dopo, ho avuto poca fortuna con le donne; figuratevi se ero timidissimo con una signora che potevo avvicinare di rado e che fin la maldicenza senza scrupoli delle fiere lotte amministrative aveva sempre rispettata!

Oh, l'ingenuo! Continuai così per tre sere, cioè camminandole dietro timido e senza aprire la bocca. Diavolo, io dissi poi fra me, s'io seguito in questo modo finir

Stanchi di scavalcar rupi, ove pareano essere stati condotti dal solo entusiasmo, e dove non si scorgevano sul musco altre orme fuor quelle del timido camoscio, cercavano essi un ricovero in que' bei templi di verzura, nascosti in seno delle montagne.

Anche una volta il rapido pensiero alato traversò con timido volo la fantasia di Nancy, mentre la forte mano del giovane inglese si chiudeva, calda e ferma, intorno alla sua. Poi la porta si chiuse dietro a Paul Kingsley, e il pensiero prese il volo e non tornò più. Chi è quell'imbecille d'inglese? disse Nino, che era di malumore e si compiaceva di farlo sentire. Nancy divenne rossa.

A Roma, dove da tempo avevano stabilito di passare l'inverno, la contessa Della Valle spiccò non poco per la sua grazietta attraente, pei grandi occhi vellutati, per lo spirito fine, per la bella personcina sottile e flessuosa, per il sorriso a volte timido e modesto, a volte birichino, e per il tutt'insieme nobile e signorile.

Era timido, debole, irresoluto; tanto debole da cadere sfinito, affranto, sotto il peso della sventura, senza sentirsi capace di rialzarsi mai più, nemmeno pensando di essere padre.

La prima censura del Cav. d'Urfè sopra questo canto è tolta dall'arte militare; ed in questa certamente non era perito il Poeta, benchè fosse uomo non timido, ed in gioventù avesse non una volta sfoderata la spada: ma ben altro è un duello, o una rissa, ed altro la cognizione delle militari ordinanze.

Egli si schermì; era timido e tutto quel chiasso gli dava noia; chiese solo di ritornare a riprendere il suo posto preferito accanto alla macchina. Ti daremo un posto migliore, gli disse il capo-macchinista. Ti prendo sotto la mia protezione, e guai chi oser