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risponder lei con viso temperato: <<Che farem noi a chi mal ne disira, se quei che ci ama e` per noi condannato?>>, Poi vidi genti accese in foco d'ira con pietre un giovinetto ancider, forte gridando a se' pur: <<Martira, martira!>>. E lui vedea chinarsi, per la morte che l'aggravava gia`, inver' la terra, ma de li occhi facea sempre al ciel porte,

Or durerá in eterno il dolce nodo che non fia mai sciolto fino a l'ultimo giorno. FILOCRATE. Orsú, Fronesia, giá tanto amata! Tu sei la mia sposa. Serberai questo anello; e poi le nozze farem, quando ci paia tempo e luogo. Sei chiamata di sopra.

Nei particolari dell'ambasceria di Pietro a Carlo ho seguito a preferenza il d'Esclot, che vien raccontandoli assai minutamente, in guisa da mostrarsene informato da vicino. D'Esclot, cap. 93. Bart. de Neocastro, cap. 45 e 50. Nic. Speciale, lib. 1, cap. 17. Montaner, cap. 62, il quale dice mandati in Messina dal re 2,000 almugaveri. Di questa milizia farem parola nel cap.

Veggendoci calar, ciascun ristette, e de la schiera tre si dipartiro con archi e asticciuole prima elette; e l'un grido` da lungi: <<A qual martiro venite voi che scendete la costa? Ditel costinci; se non, l'arco tiro>>. Lo mio maestro disse: <<La risposta farem noi a Chiron costa` di presso: mal fu la voglia tua sempre si` tosta>>.

Pe' manoscritti avevan poche lire, ed il libraio il resto s'ingoiava. Avean provato a lor spesa far ire talor la stampa, e il capital muffava, perocché il libro senza de' librai, non so per qual malia, non vendean mai. Donde lor convenia pregar que' tristi e dir: Quel libro fatemi dar via. Color, ch'eran peggior degli ateisti, diceano: In ciò vi farem cortesia.

Di contr’ a Pietro vedi sedere Anna, tanto contenta di mirar sua figlia, che non move occhio per cantare osanna; e contro al maggior padre di famiglia siede Lucia, che mosse la tua donna quando chinavi, a rovinar, le ciglia. Ma perché ’l tempo fugge che t’assonna, qui farem punto, come buon sartore che com’ elli ha del panno fa la gonna;

FESSENIO. Non, moccicon mio, no. CALANDRO. Dimmi: il forziero sará grande che io possa entrarvi tutto? FESSENIO. che importa questo? Se non vi entrerai intero, ti farem di pezzi. CALANDRO. Come di pezzi? FESSENIO. Di pezzi, ! CALANDRO. Oh! come? FESSENIO. Benissimo. CALANDRO. Di'. FESSENIO. Nol sai? CALANDRO. Non, per questa croce.

Con l’unghie si fendea ciascuna il petto; battiensi a palme e gridavan alto, ch’i’ mi strinsi al poeta per sospetto. «Vegna Medusa: ’l farem di smalto», dicevan tutte riguardando in giuso; «mal non vengiammo in Tesëo l’assalto». «Volgiti ’n dietro e tien lo viso chiuso; ché se ’l Gorgón si mostra e tu ’l vedessi, nulla sarebbe di tornar mai suso».

E quando, seguitando la tua via, non faccia conto de le mie parole, se ben sei un furfante, un sciagurato, farem che tu cognosca l'error tuo in qualche modo. E la cagion di questo, essendo un ladroncello come sei, meglio di me lo debbi saper tu, con questi tuoi; ché volevate insieme menarmi via. FILOCRATE. Che dici, Lúcia cara? Odi. Hoti fatto forse dispiacere a venir qua?

risponder lei con viso temperato: «Che farem noi a chi mal ne disira, se quei che ci ama è per noi condannato?», Poi vidi genti accese in foco d’ira con pietre un giovinetto ancider, forte gridando a pur: «Martira, martira!». E lui vedea chinarsi, per la morte che l’aggravava gi