United States or Austria ? Vote for the TOP Country of the Week !


GIACOMINO. Costui se non è imbriaco da dovero, farnetica da buon senno. GIACOCO. Dimmi, si' ommo o lombardo, si' iudío o cristiano, ca no te ntenno ca dici. PEDANTE. Sum vir probus et circumspectus procul dubio. GIACOCO. Ha nommenato ser Pruocolo da Puzzuolo: m'ave cèra de cristiano. GIACOMINO. Sará qualche pedante.

GERASTO. Che sicurtá? che pentire? che trenta scudi? FACIO. Come trenta scudi? Dico che avendomi promesso... GERASTO. Parole. FACIO....trenta scudi... GERASTO. Se non l'hai meglio di questa,... FACIO....in iscambio delle mie vesti,... GERASTO....tu sei matto da dovero. FACIO....avendomegli promessi dinanzi duo testimoni,... GERASTO. Tu erri in grosso. FACIO....serò atto a farmeli pagare.

DON FLAMINIO. In cosa ch'importa non si deve burlare. LECCARDO. Io penso che tu vogli burlar me. DON FLAMINIO. La burla insino adesso l'ho ricevuta in piacere, ma or mi noia. LECCARDO. Lasciarò le burle e dirò da dovero. DON FLAMINIO. Or di', in nome di Dio, e non mi tener piú in bilancia: parla. LECCARDO. Ho tanto corso che non posso parlare: non ho fiato.

ERASTO. Voi avete fatta la faccia rossa e vi vergognate: non è piú tempo di vergogna, perché sète giá mia moglie. AMASIO. Tu mi fai vergognar da dovero, e bisognarebbe veramente esser senza vergogna perché non arrossisse. Io mi vergogno che si trovi uomo cosí senza vergogna che mi venga innanzi con queste favole! Ma dubito che tu sia cosí senza vergogna come senza cervello.

E come le vecchie sien cagion de tutti i mali: «Caccia la vecchia, uccidi la vecchia, impicca la vecchia e squarta la vecchia». Ma appiccata e squartata sia da dovero, s'io non me ne vendico: se non posso vendicarmene con le mani, me ne vendicarò come posso: ne farò tal vendetta, che non ti vanterai di avermi fatto ingiuria.

Ma la costanza del mio amore, l'ostinazione dell'anima e la puritá della mia fede, con la quale sommamente l'osservo e riverisco, parmi che suppliscano all'oltraggio della fortuna, e me ne rendono degna. Ma io dubito che m'ami da scherzo e mi burli da dovero, poiché in tanto tempo che ci amiamo, non ha trovato modo di liberarmi da un vil ruffiano, da un abisso di oscuritá dove sepelita mi trovo.

ARMELLINA. Impalato possi esser tu da' turchi! VIGNAROLO. Ah, traditora, perché mi maledici? ARMELLINA. Burlo cosí con te. VIGNAROLO. Ed io me lo prendo da dovero. Io non amo al mondo altri che te. Tutto il giorno piango e mi tormento, e per chi, ah? per te, lupa, cagna che ti mangi il mio cuore; e tanto potrei star senza amarti quanto far volar un asino.

ARTEMISIA. Anzi, se mi amate, dovete piangere meco, ché quando duo amanti piangono le communi disaventure è uno sfogamento delle lor passioni. EUGENIO. Ma perché tanto affliggervi? ARTEMISIA. Primieramente temo che non m'amate. EUGENIO. Ahi, fiera stella, e come può cadere in voi cosí brutto pensiero se sapete certo che vi amo da dovero e il nostro amore è reciproco?

AMASIO. Di grazia, non mi ingiuriar piú di quello che ingiuriata m'hai: ché se a mio padre non fussero noti gli miei andamenti e la mia vita che gli facessero fede della mia innocenza, mi faresti impazzir da dovero. ERASTO. Giá mi avveggio che ridete e volete accettar la veritá.

SINESIO. Faremo che le sue vesti si dieno a Cintia e quelle di Cintia a lui; ché se le vesti han servito prima per finzioni e inganni, or servino da dovero. PEDOFILO. Cosí si faccia: andrò a casa e vi condurrò Amasio per l'uscio di dietro. O Dio, sia tu lodato in sempiterno, ché non pensava con poco travaglio passar da un tanto affanno a tranquilla quiete!