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La finestra del terrazzino era aperta, si vedevano passare pel vano le teste delle cameriere in faccende. La brezza entrava curiosa, molle, agitando le vecchie frangie degli addobbi della finestra, enfiando, come fossero lembi di vele, i tessuti leggeri dei cortinaggi, le bianche cortine del letto. Drollino si fece calmo.

La stanza in cui si trova è una prigione: ormai la sua vita sembra un tristo cammino, del quale le prigionìe sieno le colonne milliarie per distinguerne gli spazii. L'aspetto della stanza apparisce strano a vedersi: splendido è il letto per cortine ampissime di damasco, e cornici dorate; ricopre il pavimento uno arazzo rappresentante Enea, che ascolta i presagi maligni dell'arpia Celeno: sopra una rozza tavola di albero stanno vasi e bacili di argento: le pareti squallide, e tracciate col carbone dalle sentenze, che la tristezza, o l'ira, o il rammarico spremono dal cuore del carcerato... stille di essenza di angoscia, uscite fuori per la gran forza dello strettoio della necessit

Quello che mi hanno riferito. Che ti hanno riferito? Nulla, nulla.... Credevo che Tullio ti avesse dato qualche dispiacere. Parlavano nel vano di una finestra, dietro le cortine ondeggianti, mentre di fuori stormivano gli olmi. Io mi feci innanzi, prima che s'accorgessero di me; sollevai una cortina, mostrandomi. Ah, Tullio! esclamò mia madre. E si scambiarono uno sguardo, un po' confuse.

Appare la camera di Mortella, tutta imbiancata di calcina tra modanature semplici di pietra serena, sotto le vecchie travi del palco dipinte toscanamente a disegni minuti in rosso, in nero, in verde. Nella parete destra è praticato un vano, chiuso da cortine di broccatello verde e bianco, ov’è il suo letto di fanciulla.

Entrai nell'alcova; m'appressai al letto. Dietro di me le cortine ricaddero; la luce divenne più fievole. L'ansiet

Dalle cortine alte filtrava una trepidazione d’alba incerta e lontana; la stanza, fra quelle due luci, pareva sommersa, dispersa, in un fumo d’irrealit

Prima peraltro di passare oltre fa duopo arrestarci una diecina di minuti in un salotto di transito e precisamente presso una portiera che copre colle cortine il vano di una finestra entro il quale due persone stanno chiacchierando; sicchè potrem sentire quanto appresso. Oh quanto è amabile quella fanciulla! si dice anche sia molta ricca. Ne so più di te; si chiama Rosina.

Gentucca sobbalza, credendo udire una voce di dentro le cortine. La Rondine. Salvestra! Non avete sentito? Si sveglia? La donna, in punta di piedi, rattenendo il fiato, va a origliare. La Salvestra. Riposa ancóra. Spesso si lagna nel sonno, qualche volta parla. Parla da , sola, anche quando è sveglia, quando è chiusa in camera, durante il giorno. La sento, e credo che ci sia qualcuno.

Entrai, vidi che Cristina era nel vano della finestra; mi presentai nell'alcova, che le cortine ora chiudevano. Ella stava rattratta sotto le coperte. Essendomi avvicinato, m'accorsi ch'ella tremava come nel ribrezzo della febbre. Giuliana, vedi: sono qui. Ella si scoperse, e volse la faccia verso di me. Mi domandò sotto voce: Vieni di l

Ma il Cènci, reputando coteste smanie sforzi per sottrarsi dallo aborrito viaggio, la cacciò di una spinta in carrozza, chiuse a chiave lo sportello, e fece abbassare diligentemente le cortine. Dato il cenno della partenza don Francesco salì con gli altri a cavallo, e tutti si posero in via senza dire un fiato.