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Un dolore immenso, profondo, senza speranza di tregua, ha pure di simiglianti allucinazioni, come la sete prolungata ha i suoi miraggi nelle arene del deserto. Spaventose allucinazioni, quando svaniscono; dolorosi miraggi, quando il pellegrino trafelato giunge al luogo dove la fata morgana gli aveva fatto scorgere il pozzo di Nachor. Fu un triste svegliarsi, quello di Guido!

Come Dio volle giunsi a rintracciare l’automobile di Lord Pepe tra l’immensa confusione di veicoli d’ogni sorta e le continue fiumane di gente che invadevano il piazzale dell’anfiteatro. Poi, con estrema lentezza, dovemmo compiere tutta la discesa di Monte Ulìa, sul quale sorgono le Arene di San Sebastiano.

«Tua madre è morta a quest'ora.» E i convitati a quell'ora erano ai brindisi del padre Anacleto; il quale aveva provocato quegli applausi con un primo discorso; e tutti avevano bevuto con lui alla salute degli sposi, cui pregò tante gioie e tanti figli, quante erano stelle in cielo e arene nel mare, stile da frate.

Qual con ferrata zampa Ne le fumanti arene Orma il puledro stampa Ch'arabo eroe frenò, Tale in marmoree vene L'araba sesta osò Arco gentil, che ignoto Artefice addentella. Come fu vista il loto Iside Iddìa frangiar, E di meandri abbella Che le Peri intrecciar. Alterna il facil mirto Col nobile cipresso Ombre al sognante spirto, E di perenne umor Il murmure sommesso Molce a' gagliardi il cor;

Si è lasciata morire, impenetrabile al pari di quelle Sfingi che spalancano gli occhi privi di sguardo in faccia ai viaggiatori tra le arene che circondano le Piramidi egiziane, e non interrogano rispondono da mille e mille anni. Così lei.

Ma non temete; di vigor ripiene L'alme vostre fiammeggino: vicino Oggimai veggo farsi a queste arene Incontra Turchi un Cavalier divino; Per salute di noi ratto sen viene, Trascorrendo di mar lungo cammino, Il gran guerrier, che di supremo alloro La Dora adorna, e la Citt

Poi si rizzò, squassando le vellose terga e le zampe in sulle arene stese: più forte urgean le voci lamentose, vane sonanti pel vuoto paese.

Tu pur di ferri, e di ceraste intorte Flagelli intorno a l'infocate arene; Ma quanti quì de la tartarea corte Ministri son, rinnovator di pene? In tanto a novo scempio, a nova morte Sorgon lassù fra lor l'armi terrene, pria porr

O cedri incliti, invano, V'intendo, invan voi non mettete eterne Entro al monte di Dio l'alte radici; Però ch'eterna, a par di voi, si asside La speme del trïonfo entro al mio petto. Voi rivedrò! Da queste infauste arene, Che del mio sangue tinse Tito, delizia de l'umane genti, Da ove sorge la notte e il giorno viene, Da tutti e quattro i venti, Quel divino voler, ch'indi mi spinse, Richiamer

Si volge intorno, e le deserte arene guarda per tutto, e non v'appare un solo. Leva più gli occhi, e in alto a vele piene da lontani andar li vede a volo: che gli convien fare altro disegno al suo camin, poi che partito è il legno.