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vid'i' sopra migliaia di lucerne un sol che tutte quante l'accendea, come fa 'l nostro le viste superne; e per la viva luce trasparea la lucente sustanza tanto chiara nel viso mio, che non la sostenea. Oh Beatrice, dolce guida e cara! Ella mi disse: <<Quel che ti sobranza e` virtu` da cui nulla si ripara.

73 E la punizion che qui, secondo il desiderio mio, non posso darti, spero l'anima tua ne l'altro mondo veder patire; ed io starò a mirarti. Poi disse, alzando con viso giocondo i turbidi occhi alle superne parti: Questa vittima, Olindro, in tua vendetta col buon voler de la tua moglie accetta;

Se non che duci eccelsi, eccelse schiere A' Turchi incontro armi superne han prese, E fan volar da le stellanti sfere Nembi sonanti di saette accese; Non han cotanto i miei furor potere che di tutto il Ciel stanchi l'offese, Ma se tu la grand'alma empi di sdegno, E gridi a l'arme, io pur ne bramo il segno.

Bernardo, ben potea bastarvi averne co 'l dolce dir, ch'a voi natura infonde, qui dove 'l re de fiumi ha più chiare onde, acceso i cuori a le sante opre eterne; che se pur sono in voi pure l'interne voglie, e la vita al vestir corrisponde, non uom di frale carne e d'ossa immonde, ma sete un voi de le schiere superne.

Invitte stanno le superne cime Ancor dal genio umano inesplorate; Noi, nell'ore moderne scolorate, Dimentichiamo i mali della vita Cercando intorno le dorate rime. Le cerchiamo nell'anima ferita E nell'azzurra terra ove si sogna, Le cerchiamo nel ver, nella menzogna, Nella brama d'un'estasi incompita, Nel rimpianto dell'uomo, in quel che agogna.

vid’ i’ sopra migliaia di lucerne un sol che tutte quante l’accendea, come fa ’l nostro le viste superne; e per la viva luce trasparea la lucente sustanza tanto chiara nel viso mio, che non la sostenea. Oh Bëatrice, dolce guida e cara! Ella mi disse: «Quel che ti sobranza è virtù da cui nulla si ripara.

e l'altre poi dolcemente e devote seguitar lei per tutto l'inno intero, avendo li occhi a le superne rote. Aguzza qui, lettor, ben li occhi al vero, che' 'l velo e` ora ben tanto sottile, certo che 'l trapassar dentro e` leggero. Io vidi quello essercito gentile tacito poscia riguardare in sue quasi aspettando, palido e umile;

La luce de' suoi fatti alle sincere Menti dimostra qual mortale ei fosse; E quando ascese alle superne sfere, Confusa alfin calunnia ammutolosse. Della Chiesa ogni santo condottiere Sovra l'orme di Carlo indirizzosse, Ed oggi ancor sulle lombarde rive Delle virtù del Grande il frutto vive.

vid’ i’ sopra migliaia di lucerne un sol che tutte quante l’accendea, come fa ’l nostro le viste superne; e per la viva luce trasparea la lucente sustanza tanto chiara nel viso mio, che non la sostenea. Oh Bëatrice, dolce guida e cara! Ella mi disse: «Quel che ti sobranza è virtù da cui nulla si ripara.

Con quelle altr'ombre pria sorrise un poco; da indi mi rispuose tanto lieta, ch'arder parea d'amor nel primo foco: <<Frate, la nostra volonta` quieta virtu` di carita`, che fa volerne sol quel ch'avemo, e d'altro non ci asseta. Se disiassimo esser piu` superne, foran discordi li nostri disiri dal voler di colui che qui ne cerne;