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Aggiornato: 15 luglio 2025
Intanto Fiola, visto che ebbe il marito addormentato nel profondo sonno della stanchezza, consegnò due lenzuoli di tela finissima alla piú fida delle sue donne, che andasse a distenderli su ’l molle letticciolo composto entro una casupola in fondo al giardino per riposarvi nel tempo piú caldo; ed essa corse a socchiudere la porta dalla quale doveva entrare l’amante. Ascoltò: nessuno. Allora dalle aiuole e dalle macchie si die’ a raccogliere le piú belle rose e strappandone i gambi riponeva le corolle e i petali freschi in un cestello che recava al braccio: anche vi metteva fragranti vainiglie e gelsomini, e quando il cestello fu colmo lo porse alla fante e le disse:
Quando la signorina Ruzzani entrò nel salotto, vide il conte Gualandi ritto davanti ad una tela che posava sul cavalletto, nel vano d'una finestra. Era uno studio ben noto a lui, perchè incominciato due settimane prima nel convento di San Bruno, e rappresentava l'interno del chiostro.
Signora Teresa, signora Stella! diss'egli con voce timida e commossa: vengo a salutarvi, perchè... men vo lontano di qui, dove Dio vuole. E stesa loro una mano, col rovescio dell'altra rasciugossi una lagrima. Era vestito d'una casacca nuova di tela grossolana; portava le uose nere e male assettate alle gambe, e sul berretto alla soldatesca, cucito in rosso il numero 8.
Solamente, per maggiore intelligenza, ti consiglierei di imitare quel pittore polacco che, esponendo un quadro rappresentante L'ultima composizione di Mozart, faceva eseguire, da suonatori nascosti dietro la tela, la Marcia funebre del maestro. Se vuoi, potrei declamare io stesso i versi del Leopardi.
Si alza la tela, sulla quale è dipinta una scena di satiri, col vecchio Sileno ebbro, e siccome non sappiamo che cosa si reciti, è necessario stare attenti. Compare un vecchio usuraio che attira a sè la cantiniera di un reggimento, alla cui mano pretendono un cadetto ed un sergente. Questi fa la parte del buffone, non fa altro che bere continuamente acquavite.
A Milano, dove Giuseppe Verdi, prima di divenir celebre col Nabucco, stette chiuso parecchi giorni nella propria camera per non possedere un soprabito decente; in quella stessa Milano, Giuseppe Rota, il Verdi della coreografia, per dare una tinta invernale a certi suoi calzoni di tela russa, dovette immergerli in un bagno di inchiostro, e attendere due giorni perchè si asciugassero, onde con quelli presentarsi alle prove di un suo primo ballo.
66 Così talora un bel purpureo nastro ho veduto partir tela d'argento da quella bianca man più ch'alabastro, da cui partire il cor spesso mi sento. Quivi poco a Zerbin vale esser mastro di guerra, ed aver forza e più ardimento; che di finezza d'arme e di possanza il re di Tartaria troppo l'avanza.
Quante sere, lucide come questa, avea la Rosalia passate nell'amorevole e gioconda compagnia delle amiche, presso ai parenti, spensierata fanciulla, lieta di placidi gaudii, di allegre fantasie! E dopo sposa, quante volte, in quell'ora, sul battuto della rocchetta erasi badata ad ascoltare i malinconici concenti dell'usignuolo, od a spingere lo sguardo giù verso la riva e per lo scarco delle colline, se vedesse tornare lo sposo! Ed ora? L'idea dello sposo le richiamava alla mente i più minuti casi del passato; gesti, parole, tratti, che avevano voluto o non vedere o interpretar in bene, ed ora le rivelavano una miserabile tela di sdegni covati, di meditate vendette. Da lui condannata di colpa, onde non si conosceva rea, di cui poteva giustificarsi con una parola, condannata a penare qui, com'ella si credeva, una notte intera, nel deserto delle acque, fra il disagio e la paura... Oh! che nessuno mi venga a soccorrere?... Nessuno?... Certo egli a quest'ora è giunto al castello; entrò in casa, rivide i luoghi pieni delle memorie de' nostri primi giorni di felicit
Fu ad accogliermi una specie di negro, di cui non era facile a primo aspetto indicare la razza. Vestiva all'europea, ma i suoi capelli abbandonati sulle spalle ondeggiavano in nerissimi anella. Di corpo era snello e di statura men che mezzano; ma a traverso la sua giubba di lana, e i suoi larghi calzoni di tela, si poteva indovinare la meravigliosa proporzione delle sue membra.
Messa tutta la sua tela al vento, la piccola squadra di Cristoforo Colombo, in un giorno e nella notte che seguì, si allontanò quarantadue leghe dalla isola del Ferro. E naturalmente perdette di vista quell’ultima terra occidentale del mondo antico. Che gioia, per Cristoforo Colombo, non veder più che acqua dintorno a sè, quanto andasse attorno la vista!
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