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Aggiornato: 15 luglio 2025
MASSIMO va verso l'uscita. Mi lasci? Sì. Ho bisogno di scendere e di camminare. Vuoi che scenda con te? No. Ho bisogno di essere solo. Vai via offeso? No. Passeggio lì sotto. Esce. NENNELE tristamente. Non ha capito. Cala la tela. La stessa scena. È notte di luna. Ma questa non entra nella stanza perchè ci sono le persiane chiuse.
Era un opuscolo di poche diecine di pagine, legato di tela verde con fregi d'oro; sul frontespizio miniato si leggeva: «Il Matrimonio cristiano, con l'aggiunta della Messa per gli sposi». Ogni pagina, inquadrata di rosso, era divisa in due colonne: una per il testo, l'altra per la traduzione della «Benedictio anuli» e della «Missa pro sponso et sponsa».
Quando la tela fu comprata ed il saccone cucito, Don Diego rimise al dì seguente la compera della foglia di grano turco e poi ad un altro giorno quella delle coperte. Egli aggiornava il termine di aver quella giovane sotto il suo tetto.
Erano le ore cinque di sera quando il cancello fu schiuso aggirandosi sopra i cardini, e il funebre convoglio accompagnava una lettiga su di un carro a due ruote tutto coperto di drappo nero e di stoffa incerata; il legno veniva tirato da un solo cavallo. Il vettore era esso pure vestito di tela nera; perfino i guanti erano dello stesso drappo; sul sellino del cavallo attaccato alla funebre vettura stava un campanello e sventolava una bandiera bianca e nera; il suono del campanello era procurato all'effetto che i sani i quali per la via lo sentivano si allontanassero il più presto possibile, onde evitare che i miasmi funesti i quali partivansi dalle vetture ripiene d'infetti propagassero il morbo. Per maggior precauzione a tutela della sanit
Ma il pubblico, soddisfatto del suo amato Pulcinella lo applaudiva senza fine; fu mestieri fermarsi un minuto per ringraziare e poi giù la tela: un sospiro profondo di sollievo. Niente; gli applausi aumentano, bisogna rialzare il sipario, ringraziare di nuovo: Sofia si mette sulle spalle lo sciallo bianco, ma ha gli occhi fissi sul palcoscenico.
Ma sì, ora l'idea di andarsene non gli sorrideva più come la prima volta, perchè Cristina gli era entrata troppo nel cuore, e la tela incominciata, ancor che l'avesse portata seco, non lo poteva compensare di tutto quanto perdeva. E avrebbe perduto tutta quanta la felicit
Evidente è l'imitazione del Guerrazzi. Al Guerrazzi, per le lettere sue all'autore, è dedicato il Tintoretto . La tela di questo dramma è più distesa, più ben dipinta e qua e l
Era la vasta tela della vita umana, il lavoro ogni giorno rinnovato di chi soffre e combatte; il lavoro temerario che poggia nel vuoto guardando arditamente la luce; lo sforzo immane di milioni di esseri, intelligenze torturate, cuori spasimanti, schiavi in pena, tutti sorgenti dalle loro catene, tutti lanciando il loro filo d'argento al misterioso Ignoto. E i fili si spezzano, e la tela si strappa e la felicit
Altri hanno invece per servi degli schiavi loro, che comperati si mantengono con ben poco e si retribuiscono delle loro fatiche con pochi talleri e qualche metro di tela all'anno.
Ma quando poi le cose sue spiegassero le vele, un'altra tela alta due metri e anche più, rappresenterebbe l'estasi dell'ascensione a Dio e raffigurerebbe il visino sorridente di Cristina. Il giorno dopo, mentre aspettava le dieci per poter andare a casa della fidanzata con la sicurezza di non trovarvi l'usciere, si affacciò in istudio il cugino Gerolamo.
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