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Aggiornato: 1 novembre 2025
Aveva la bocca un po' grande, ma candidissimi i denti, il naso volto insù, ma petulante, gli occhi bigi pieni di malizia e in tutto il volto una cert'aria spigliata e temeraria, ma buona ed allegra che la rendeva piacevole a chiunque la vedesse.
Allora pardon, mille pardons! E il tenente dei lancieri, inchinandosi, le stendeva la mano per salutarla. Ma nel suo sorriso, tra i baffetti biondi e i denti bianchi, c'era una punta di amarezza e d'incredulit
Oh! parlava spedito, quella sera, Prospero Anatolio: l'avvocatessa non poteva esercitare su di lui i fascini occulti che gli legavano la lingua! Era un donnone colossale, colle spalle e colle braccia rosse e rigonfie. In capo aveva un'acconciatura di penne bianche e di fiori finti, con le fogliuzze d'oro; vestiva un abito di seta chiara, a strie verdognole, guernito con bottoni d'acciaio brillantato. Al collo portava una collana di perle false, nelle orecchie smeraldi di Murano, in mezzo al petto, enorme e sformato, uno spillone di filagrana, con una miniatura rappresentante la Piazzetta di S. Marco e la laguna. Aveva la bocca grande, il labbro superiore ornato da due baffetti da matricolino, i denti guasti e il naso a ballotta. Per farsi bionda, essendo rossa di capelli, s'era coperta di cipria e ne aveva sul collo, nelle orecchie, sulle braccia, tanto da infarinare la giubba di Prospero Anatolio, che non poteva a meno di sentire una certa ripugnanza scorgendo un cordoncino annerito dal sudore e dall'uso, il cordoncino del corsè, che usciva fuori, di dietro, sulle spalle, fra il candido fisciù dell'ampia scollatura, rivelatore indiscreto di certi misteri che non destavano curiosit
Spesso entravo all'improvviso nella stanza della nutrice, palpitando così forte che temevo ella udisse i battiti. Si chiamava Anna; era una femmina di Montegorgo Pausula; esciva da una grande razza di viragini alpestri. Aveva talvolta l'aspetto d'una Cibele di rame, a cui mancasse la corona di torri. Portava la foggia del suo paese: una gonna di scarlatto a mille pieghe diritte e simmetriche, un busto nero a ricami d'oro, da cui pendevano due maniche lunghe dove ella di rado introduceva le braccia. Il suo capo si levava su dalla camicia bianchissima, oscuro; ma il bianco degli occhi e il bianco dei denti vincevano d'intensit
Il povero servitore, sapendo anch'egli della congiura e della parte che ci aveva il padrone, ma non volendo far contro a' suoi comandi con lasciar sola in casa la giovinetta, segnatamente dopo quel guaio della perquisizione, per un po' aveva roso il freno, misurando un centinaio di volte, con passo irrequieto, lo spazio che correva dalla cucina all'anticamera, e borbottando tra' denti qualche verso delle sue canzoni spagnuole. In tal guisa passarono due ore, che gli parvero due secoli; finalmente, non udendo mai nulla, nè una schioppettata, nè un grido, commosso dalla ansiet
La sua fronte spaziosa a volte si corrugava: i suoi occhi profondi vibravano lampi; le labbra tumide e sorridenti si contraevano, e i denti si serravano con sinistro cigolio. Pareva ch'egli facesse uno sforzo violento contro gli impeti della propria volont
La donna si trasse di testa il fazzoletto. Adesso appariva rossa, ma di un rossore fugace e violento. Aveva infatti quel gran naso, che a lui era parso di notare nella strada: era secca e scarna, colle guance infossate perchè le mancavano molti denti, gli occhi chiari e luminosi. Il suo aspetto non era senza una certa signorilit
Ci disfidammo insieme: lo steccato fu un lago di brodo grasso dove notavano caponi, polli, porchette, vitelle e buoi intieri intieri; qui ci tuffammo a combattere con i denti.
Altro non so che s'assimigli a questa, ch'una gran massa che s'aggiri e torca; né forma ha d'animal, se non la testa, c'ha gli occhi e i denti fuor, come di porca. Ruggier in fronte la ferìa tra gli occhi; ma par che un ferro o un duro sasso tocchi.
MASTICA. Per che cosa? perché ho fatto forse collazione? LAMPRIDIO. Che collazione? Perché puoi trattare e ragionar con Olimpia e vederla quanto ti piace. MASTICA. Dieci di queste beatitudini le venderei per un bicchier di vino. ... Poi quando alla sfuggita mi potea parlare, diceva: Mastica, sai tu novella di Lampridio mio? e finiva le parole che le portavano l'anima in sino a' denti....
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